Partenza! La nostra “Luna di Miele” inizia con una sveglia alle 5:30 ... un po’ assonnati raduniamo i bagagli e con i genitori di Roby andiamo all’aeroporto di Linate sotto una pioggia battente ... per fortuna l’aeroporto è vicino. Dopo il check-in ci salutiamo e vegetiamo seduti in sala d’attesa fino all’imbarco per Madrid: il volo è buono e atterriamo con il sole, anche qui la temperatura è fresca ma almeno il tempo è bello. Alle 12:30 ci imbarchiamo per San Josè di Costarica su un bellissimo Airbus 340 che (spettacolare!) ha una telecamera sul timone di coda … così assistiamo al decollo in diretta. Il volo transoceanico è, come sempre, interminabile (10 ore), Roby riesce a dormire un pochino (miracolo!) ma la Fra (come al solito!) NO: finalmente si arriva a San Josè, di nuovo immersi nelle nuvole ma ci sono 24 gradi! Ci attende un altro volo per Città del Guatemala e cerchiamo di capire da quale “gate” partirà ... sulle carte d’imbarco abbiamo un numero, gli schermi a circuito chiuso dell’aeroporto ne riportano un altro, ma in nessuno dei due c’è traccia del nostro aereo ... chiediamo e pare che si parta da un terzo “gate” (e meno male che l’aeroporto e’ davvero piccolo e ci siano in tutto una decina di imbarchi) ... anche qui però non si vede traccia di aeroplani ... infatti il nostro volo ritarda ritarda ritarda … c’è una nebbia che sembra quella di Milano e l’aeroporto viene chiuso. Il nostro aereo deve arrivare da Managua e poi proseguire per Città del Guatemala e Chicago, ma a causa delle condizioni atmosferiche non può atterrare a San Josè ... Siamo preoccupatissimi perché temiamo di dover passare la notte in aeroporto (siamo svegli ormai da 24 ore!) e avvisiamo il tour operator in Italia: alla fine (dopo 5 ore supplementari di attesa) le nuvole si alzano, la visibilità migliora, riaprono l’aeroporto e il nostro aereo riesce finalmente ad arrivare da Managua e a decollare dopo le 23 (ora locale). Continua a piovere, uffa! Atterriamo a Città del Guatemala alle 0:30 e, per fortuna, non ci hanno perso i bagagli e troviamo il pullman dell’albergo che ci aspetta ... 1 ora dopo siamo all’hotel Tikal Futura dove finalmente possiamo riposare ma ... sorpresa, la sveglia del giorno dopo è fissata per le 4, aiutooooo!!!! Ci concediamo due ore e mezza di sonno pienamente meritate (siamo in piedi da 28 ore!!!) ... Notteeeeeeee!!!
Driiiiiinnnnn … sono le 4 e la sveglia suona, arghhhhh!!!! A colazione conosciamo i nostri compagni di viaggio, tutte coppie e molti sono in viaggio di nozze come noi. In pullman ci portano all’aeroporto nel terminal della Tikal Jets, molto artigianale ... Il check-in è manuale e il cancello di imbarco è uno solo! Alle 6 ci imbarcano su un DC9 che una volta apparteneva alle linee aeree finlandesi (ci sono ancora le scritte) … aiuto!!! Il controllo prima dell’imbarco e’ anch’esso artigianale ... c’è il metal detector attraverso cui transitano le persone, ma non esiste alcun controllo per i bagagli. Alle 6:30 si decolla. Dal finestrino si vedono solo nuvole, ma il volo è tranquillo e alle 7:30 siamo a Flores dove conosciamo la guida locale Carlos. Finalmente c’è il sole e fa caldo anche se l’umidità non scherza. In pullman percorriamo il tragitto che separa Flores da Tikal ... passiamo attraverso villaggi poverissimi, facciamo una sosta in un negozio che vende di tutto e alle 10 siamo pronti ad iniziare la visita del sito Maya di Tikal. Per prima cosa Carlos ci porta a vedere un plastico del sito archeologico dove ci mostra la collocazione degli edifici principali ed il percorso che seguiremo … ci lanciamo quindi nella visita e … immersi nella jungla … seguendo strade e sentieri tocchiamo il gruppo G e il tempio V per poi puntare alla Plaza Mayor che prima ammiriamo da un punto panoramico e poi raggiungiamo … è impressionante con le due piramidi dei tempi I e II che si fronteggiano … il tempio I non è accessibile ma possiamo iniziare la serie delle nostre scalate salendo al tempio II da dove si domina la piazza. Proseguiamo poi per la zona del Mundo Perdido dominato da una grandiosa piramide alta 30 metri (forse un osservatorio astronomico) da cui si gode un panorama splendido su tutte le altre piramidi … la salita e soprattutto la discesa sono impegnative per i ripidi gradini, ma la vista da lassù è impagabile e facciamo un bel po’ di foto e riprese. Quindi, transitando dal Palacio de los Murcielagos, arriviamo al tempio IV la più alta e imponente piramide non solo del sito ma di tutta l’America preispanica … anche qui non manchiamo di raggiungere la cima della piramide … mentre stiamo riposando e ammirando il panorama si scatena il diluvio e siamo costretti a scendere sotto l’acqua dalle strette e ripidissime scale in legno collocate sul fianco del tempio che ovviamente diventano particolarmente scivolose! Arriviamo al ristorante zuppi come pulcini e mettiamo le mantelle ad asciugare ... per fortuna il pranzo e’ buono, soprattutto il pollo e nel frattempo ha smesso di piovere … riprendiamo il giro e riprende la pioggia, ma che simpatica! Il sito è splendido anche per la collocazione veramente selvaggia ... seguendo una serie sentieri e scorciatoie torniamo all’ingresso e nel frattempo vediamo molti animali che abitano la Jungla: formiche, farfalle, avvoltoi, coccodrilli, tacchini, scimmie, ragni, e anche una schifosissima ed enorme tarantola pelosa che la guida ha disinvoltamente stanato per la gioia di fotografi e cineasti … non certo per quella della Fra che si allontana, non troppo furtivamente! Alle 15:30 ripartiamo in pullman alla volta di Flores ripetendo a ritroso il percorso dell’andata e ci imbarchiamo su un altro DC9 per tornare a Città del Guatemala. Prima di salire sull’aereo molti dei nostri compagni di viaggio si bevono un ottimo caffè italiano consigliato dalla guida (se lo ricorderanno per tutto il tour perchè non se ne troveranno altri così buoni!), mentre Rob si delizia con un Magnum e si impiastriccia! Giunti in albergo finalmente super-doccia e decontaminazione degli scarponi (pieni di fango) ... poi vorremmo cenare ma crolliamo miseramente sul letto alle 20:30 … ronf!
Alle 6 suona la sveglia! Ricca colazione a buffet ma una delle nostre compagne di viaggio non si sente bene e in gruppo proviamo a soccorrerla … neanche fosse ER! Alle 7 e 15 siamo pronti a partire con un tempo infame. La nostra guida guatemalteca Rafael ci informa che l’uragano Stan passato nei giorni scorsi ha devastato la zona del Lago Atitlan che al momento non e’ accessibile … vedremo nei prossimi giorni se la situazione migliora altrimenti il programma del tour dovrà essere modificato. Inoltre gli spostamenti saranno resi più complicati e lunghi dalla presenza di diverse frane. La carretera Panamericana è aperta, ma ci sono diversi restringimenti perchè la strada di tanto in tanto è franata o è ancora parzialmente ostruita e stanno lavorando per rimuovere i detriti. Anche la prima sosta viene modificata perché il bar dove dovremmo fermarci è stato distrutto. Il viaggio è piuttosto lungo e di quando in quando ci tocca una sosta in coda ... Alle 10 siamo a Chichicastenango dove visitiamo la chiesa di Santo Tomàs e poi abbiamo tempo libero per girare nel mercato degli indios. Troviamo tante cose belle ma si fa una gran fatica a camminare perché veniamo continuamente assediati da offerte di stoffe, tappeti, pezze, centrini, bamboline, catenine, braccialetti … aiutooooo!!! Riusciamo pero’ a fare degli acquisti veramente carini ... porta-borracce, centrini, tovagliette all’americana, magliette. Dopo un bel pranzone al ristorante Santo Tomàs (la Fra prova la birra con effetti pittoreschi) ci lanciamo in un secondo giro nel mercato e (tu guarda) si rimette a piovere … che novità! Visto che nel frattempo abbiamo completato gli acquisti con altre tovagliette all’americana e copricuscini ci rifugiamo di nuovo nel ristorante-hotel e lì restiamo fino alle 16 ora prefissata per la partenza. C’è una signora locale che percuote i finestrini del pullman con uno straccio per attirare l’attenzione e fare affari con noi ma è ora di partire. Tra nebbia, pioggia e pazzoidi assortiti al volante percorriamo la strada per Antigua. Rafael ci informa che passeremo da un tratto di strada che è stato danneggiato dalle alluvioni seguite al passaggio dell’uragano e non è ancora pienamente ripristinato perche’ ha verificato di persona andando in bicicletta (in realtà in moto) e si può transitare ... in questo modo eviteremo una lunga deviazione che ci costringerebbe ad arrivare fino a Città del Guatemala per poi raggiungere Antigua. Ad un certo punto la strada e’ chiusa e un bel cartello NO HAY PASO campeggia al centro della carreggiata ... ma non c’è problema tutti lo aggirano e passano ugualmente, pullman e camion compresi! Arriviamo sani e salvi all’hotel Villa Antigua e dopo il cocktail di benvenuto doccia, diario e nanna … siamo troppo stanchi e pieni dal pranzo per cenare!
Sveglia alle 8 (era ora!), colazione e poi si parte per la visita di Antigua, un gioiellino barocco con tante case colorate e monumenti molto suggestivi dove anche i fiori fanno una bellissima cornice alle case: la città ha una pianta rettangolare perfetta con le Avenidas che vanno in direzione Nord-Sud e le Calle in direzione Est-Ovest ed è stat dichiarata patrimonio dell’umanita’ dall’Unesco. In pullman raggiungiamo il Parque Central e da qui, dopo qualche foto (alla piazza e di gruppo) e un po’ di tempo libero, iniziamo il giro a piedi. Imbocchiamo la 5a Avenida Norte dove ammiriamo le facciate dei palazzi e poi entriamo a visitare la Posada Don Rodrigo ex-casa coloniale trasformata in albergo: qui troviamo bellissimi patios pieni di piante e fiori e stanze in stile settecentesco con le travi a vista. In fondo alla strada troviamo il bel Arco di Santa Catalina uno dei simboli di Antigua costruito per collegare due ali del monastero e permettere il passaggio delle monache da una all’altra. Lo superiamo e giungiamo alla chiesa della Merced tutta bianca e gialla e con un gigantesco rosario sulla facciata. Visitiamo l’interno della chiesa e il convento annesso che spicca per una bella fontana in mezzo al chiostro e una fantastica vista sui vulcani che circondano la città dal tetto. Poi imbocchiamo la 1a Calle Oriente e da qui la 2a Avenida Norte dove ancora possiamo apprezzare le facciate tipiche delle case e la tranquillità delle strade. Raggiungiamo quindi il Convento de la Capuchinas dove vivevano le suore di clausura e dove possiamo ammirare un cortile rotondo (ormai a cielo aperto) su cui si aprono le celle in cui vivevano le monache. Sotto il cortile si trova una cantina anch’essa rotonda con soffitto a volta e dotata di una straordinaria acustica. All’uscita il pullman ci raccoglie e si torna in albergo, dove si aggirano i delegati delle Nazioni Unite che sono qui per un congresso. Pranzo e riposino (forse) e poi torniamo in centro a vedere il negozio delle giade con fabbrica annessa ... ci spiegano brevemente come e dove viene estratta, quali tipi di giada esistono in natura e come viene lavorata e poi giriamo per il negozio dove ci sono oggetti di tutti i generi e per tutti i portafogli. Alla fine della visita siamo liberi e abbiamo tempo per girare a piedi ... andiamo a vedere l’hotel Casa Santo Domingo – ricavato da una vecchia villa spagnola, lussuosissimo e con i canti gregoriani in filodiffusione e i pappagalli incazzati – e il convento di Santa Clara con il lavatoio. Passiamo anche in rassegna un po’ di negozi perché vogliamo trovare dei porta-tovaglioli in ceramica che abbiamo visto la mattina durante la visita alla chiesa della Merced, ma non li troviamo da nessuna parte. Il rientro in albergo a piedi è avventuroso perché l’ultimo pezzo della strada non è granchè ... manca il marciapiedi e dobbiamo camminare al lato della strada trafficata e buia; dopo aver scritto alcune cartoline, super-cena tutti insieme ... al buffet riescono a spacciarci un pasticcio di pesce per lasagne e noi ci caschiamo pure! ... Poi in camera altre cartoline e nanna.
Sveglia alle 7 ... è presto ma non abbiamo più sonno ... e allora passeggiata in giardino a trovare la scimmia e il tasso (che purtroppo sono in gabbia), i pappagalli (sui trespoli) e gli scoiattoli (che per loro fortuna si aggirano liberi per il giardino dell’hotel). Poi colazione e siamo pronti a partire. Oggi sarebbe la giornata dedicata a raggiungere e vedere il Lago di Atitlan (uno dei più belli del mondo), ma come temuto gli effetti di frane e allagamenti sono stati devastanti e il lago non e’ assolutamente raggiungibile ... il programma è stato allora modificato per impegnare in modo diverso la giornata. Sarà l’occasione per vedere un Guatemala molto meno turistico e molto più autentico fatto di villaggi dove manca quasi tutto, tranne il sorriso della gente che incontri. Andiamo a visitare alcuni villaggi nei dintorni di Antigua, molto ma molto poveri. Nel primo (Ciudad Vieja) vediamo la facciata della chiesa (l’interno no perchè è chiusa) e il mercato di frutta e verdura per strada, nel secondo (San Juan de Alotenango) ci portano a conoscere la guaritrice locale che vive in una baracca con un cane e un maialino, ma per la gente di qui è l’alternativa più valida all’ospedale costoso e lontano e offre una speranza di guarigione. Nell’ultimo villaggio (San Antonio Aguas Calientes) c’è una bella piazzetta su cui si affaccia un piccolo mercato di stoffe dove facciamo ancora un po’ di shopping ... poi si ritorna ad Antigua in albergo per il pranzo. La sera precedente alcuni nostri compagni di viaggio hanno contrattato con il personale dell’albergo una pasta e ... sorpresa, ci mettono nei tavoli all’aperto, niente buffet perchè ci servono loro ... ma per pranzo solo pasta aglio-olio-e-niente-peperoncino, il resto ce lo sognamo a meno di non fare una scorreria di soppiatto al buffet. Dopo pranzo partiamo per Chichicastenango ripetendo il camel-trophy dell’altra sera sulla strada ufficialmente chiusa dove in realtà transitano tutti ... stavolta passiamo di giorno con il sole e in salita. La carretera Panamericana è sempre quella che è e siamo spesso in coda … d’altra parte con le alluvioni e le frane che ci sono state va già bene così. Alle 17:30 finalmente siamo a Chichicastenango e arrivano subito a cercare di venderci qualcosa, ma resistiamo. Ci sistemiamo nell’Hotel Santo Tomàs (lo stesso dove avevamo pranzato due giorni fa) ... l’albergo è caratteristico con un bel cortile pieno di piante, fiori e pappagalli (anche se la Routard dice che pur sembrando antico in realtà è stato costruito in stile da pochi decenni) ... La camera invece è un po’ particolare ... cupa, con tripudio di santini e crocifissi ... c’è persino un paramento da sacerdote attaccato al muro! La cena è abbondante a base di minestra di asparagi, pollo arrosto e dolci e poi torniamo in camera, fa freddo perchè siamo a circa 2000 metri di quota sul livello del mare e andiamo a nanna ... volendo ci sarebbe il caminetto in stanza, ma non ci cimentiamo nel provare ad accenderlo ... Notteeeeeee!!!
La sveglia sarebbe fissata alle 6:30 ma ci bussano alla porta alle 6. Ci prepariamo con calma ma siamo comunque in anticipo, non c’è nessuno in giro e abbiamo il tempo per qualche foto in cortile. Poi facciamo colazione (ottima e abbondante) e alle 8 partiamo in direzione del Messico ... sono previste almeno 5 ore di viaggio per raggiungere la frontiera: visto che alcuni tratti della Carretera Panamericana non sono agibili per il crollo di alcuni ponti siamo costretti ad una lunga deviazione su uno sterrato di montagna ... Impieghiamo 3 ore per percorrere poche decine di chilometri fra buche, sballottamenti, polvere e soste. La strada è veramente brutta, stretta, a doppio senso e abbastanza trafficata visto che non esistono alternative ... a questo si aggiunge la guida “sportiva” dei guatemaltechi ... Paura! Finalmente alle 11:30 siamo a Totonicapan di nuovo sull’asfalto e sulla Carretera Panamericana. Dopo un paio di soste arriviamo alla frontiera di La Mesilla alle 15: fa molto più caldo perché da 2400 metri di altitudine siamo scesi a 250. Qui dobbiamo cambiare pullman, autista e guida. Il posto di frontiera è spaventosamente caotico, sporco e pieno di brutti ceffi come si vede in molti film ... salutiamo la nostra guida Rafael (con cui riusciamo a scattare una foto di gruppo) e insieme a Claudio (la guida messicana che ci aspettava da mezzogiorno!) si passa a piedi la frontiera e si raggiunge il pullman messicano che dista qualche centinaio di metri ... siamo carichi di borse a mano e la Fra è costretta a portarsi la valigia perché il ragazzino che trascinava la sua la stava massacrando. Finalmente riusciamo a salire sul pullman e a partire ... siamo stanchi e affamati! Pochi chilometri più avanti al primo paese ci fermiamo all’Ufficio Immigrazione dove Claudio scende per ottenere i visti per tutto il gruppo ... nel frattempo finalmente noi assaltiamo il box lunch che ci ha distribuito ... troviamo panini con affettato, acqua, uovo e formaggio e spazziamo tutto. Il viaggio riprende e sembra non finire mai, siamo già distrutti … per fortuna la strada adesso è bella, liscia e diritta ... alle 20 locali siamo a San Cristobal del Las Casas. L’albergo è in centro, il pullman riesce comunque ad infilarsi dove non potrebbe e ci lascia a pochi minuti di distanza ... raggiungiamo a piedi l’albergo, dopo un po’ arrivano anche le valigie e dopo una buona doccia si va direttamente a nanna.
Sveglia alle 7.00 (vabbè doveva essere alle 7:30 ma per eccesso di zelo ci chiamano prima ... e due!), colazione a gogò e poi si parte alla volta dei villaggi indigeni di San Juan Chamula e Zinacantan: il tempo è bello e la visita tanto particolare quanto interessante. Sono villaggi dove vivono alcune comunità di indigeni – gli tzotzil - discendenti dei Maya, che hanno mantenuto molti riti e tradizioni della loro cultura (cosiddetta pre-ispanica) mescolandoli con la cultura cattolica portata dai conquistatori spagnoli. Durante il tragitto in pullman Claudio cerca di prepararci alla visita spiegandoci che cosa vedremo e perchè. In primo luogo andiamo a San Juan Chamula ... lasciamo il pullman nel parcheggio e a piedi raggiungiamo la piazza centrale grande e quadrata su cui si affacciano il municipio e la chiesa ... la zona antistante l’ingresso della chiesa è cintata da un muricciolo basso e bianco e al centro di questa zona recintata campeggia una croce verde oltre la quale è vietato fotografare e filmare ... all’interno della chiesa gli indigeni pregano e compiono i loro riti, l’ambiente e’ pieno di candele, ceri di varie dimensoni e di persone che pregano ad alta voce ... occorre stare attenti a dove si mettono i piedi e cerchiamo di essere il più possibile discreti per rispettare la sacralità del luogo per gli indigeni ... assistiamo anche a riti dove vengono scacciati negatività e malattie strofinando addosso alle persone uova o polli (che saranno poi sacrificati). Il mercato davanti alla chiesa è molto colorato, come al solito veniamo assediati da bambini e donne che vogliono venderci a tutti i costi qualsiasi cosa, ma noi non siamo ancora riusciti a cambiare la valuta e abbiamo il più efficace dei deterrenti: no tengo dinero! Facciamo anche un giro nelle vie adiacenti dove ci sono altre bancarelle, mentre in piazza gli uomini del villaggio nel vestito tradizionale (pantaloni, poncho di lana nera stretto in vita da una cintura di pelle, cappello) si stanno radunando per discutere pubblicamente di questioni riguardanti il mercato. Poi è ora di tornare al pullman e ripartire ... in pochi minuti siamo a Zinacantan che è più tranquilla ma meno pittoresca ... troviamo molta meno gente in giro, nella piazza e nella chiesa, poi ci portano a visitare una casa dove ci offrono tortillas con formaggio e salsine varie e alcuni nostri compagni di viaggio simulano un matrimonio Maya vestendosi negli abiti tradizionali ... quindi si torna verso San Cristobal e lungo il percorso ci fermiamo in un ristorante carino con giardino. Il pranzo è buonissimo: carne alla brace, tortillas, verdura alla griglia, frutta e dolci, tutto a buffet. Festeggiamo anche con una serie di foto di gruppo nell’erba. Verso le 16 siamo di nuovo a San Cristobal, abbiamo il resto del pomeriggio libero e ci dedichiamo a visitare il centro della città, le chiese e il mercato di San Cristobal facendo tanti acquisti carini. La sera ci dividiamo in due gruppi e in 10 più la guida andiamo in un ristorantino tipico dove mangiamo a quattro palmenti (crema di mais, poi Chilles Rellenos per la Fra e grigliata mista di carni per Rob): ci piacerebbe poi continuare la serata a El Circo dove si può ascoltare musica dal vivo e abbiamo il compito di consegnare delle foto, ma ... sorpresa, è chiuso! Chiediamo notizie in albergo e ci dicono che ha proprio chiuso i battenti quindi non ci resta che andare a nanna.
Sveglia alle 7.00 (e ci disturba alquanto), colazione insieme a branchi di lanzichenecchi italiani di altri gruppi, poi a piedi raggiungiamo la piazza dove attendono tutti i pullman ... man mano le valigie di tutti i gruppi arrivano, vengono caricate e il pullman se ne va ... le nostre le portano per ultime così, dopo un’ora buona di attesa, partiamo alle 9:15, iniziamo bene! A metà mattina sostiamo in un paesino del Chiapas dove acquistiamo caffè e cioccolato e dove Claudio posa vestito come il comandante Marcos, poi si riparte con destinazione Agua Azul dove dovremmo pranzare e fare il bagno nelle pozze sotto le cascate … ma il contrattempo è in agguato ... un camion con rimorchio giusto davanti a noi stringe troppo una curva e le ruote posteriori scivolano di sotto per un paio di metri ... per fortuna la forza della motrice e un paio di pietre le sostengono ed evitano che tutto il camion scivoli nel ripido burrone ... il nostro autista è pronto e abilissimo a frenare ma il camion è fermo di traverso in mezzo alla strada e dobbiamo attendere per due ore sotto la pioggia che tre gru arrivate dal più vicino paese lo tirino su ... nel frattempo gli altri automobilisti approfittano del minimo passaggio fra il camion e la montagna per passare, incuranti di strisciare il fondo dell’auto sul ciglio della strada … e incuranti delle gru che arrivano e dovrebbero posizionarsi per poter sollevare il camion sulla strada ... grrrr! Passano anche un paio di auto della polizia che guardano la scena e proseguono senza battere ciglio, complimenti ... !!! Nel frattempo la fila di mezzi alle nostre spalle che (per le loro dimensioni) non riescono a passare si allunga e fra questi troviamo anche un paio di mezzi dell’esercito ... alla fine arriva la famigerata e temuta Polizia Federale di cui per prima cosa ammiriamo la splendida e professionale divisa (l’agente alla guida è in canotta!!!!!) ... le operazioni di sollevamento sono lunghe e abbastanza “divertenti” ... noi non siamo degli esperti ma, per i rudimenti di fisica che abbiamo, il modo in cui posizionano le gru e i cavi di traino ci lasciano alquanto perplessi ... comunque dopo un paio di aggiustamenti alle funi di traino e grazie alla trazione combinata delle tre gru e della motrice del camion alla fine tutte le ruote del camion tornano sull’asfalto. Ripartiamo alle 14 e 30 e arriviamo ad Agua Azul alle 16, dove finalmente pranziamo ... ovviamente non c’è il tempo per fare il bagno ma riusciamo almeno a fare un giro per vedere le cascate e fotografarle da varie angolature. La guida vorrebbe partire al più presto perché la strada per Palenque è ancora lunga e non è sicuro percorrerla con il buio (siamo nel cuore del Chapas e ci sono ancora bande armate che usano ostruire la strada con tronchi per poi assaltare i pullman di turisti) ... qualcuno però si attarda così ci rimettiamo in marcia alle 17 e 30. Sulla strada incontriamo un altro tir ribaltato, ma per fortuna questa volta è ai bordi della strada e si passa ... alle 18 e 45 si arriva a Palenque e ci sistemiamo in albergo: l’ambientazione è particolare e molto suggestiva ... ci sono tanti cottage immersi nella jungla, speriamo di non ricevere visite da animali strani! Fa caldo ed è molto umido, per fortuna grazie ad una dritta riusciamo a far funzionare l’aria condizionata. Gli altri decidono di andare in gruppo a mangiare pizza e tortellini al ristorante italiano consigliato da Claudio, ma noi optiamo per una doccia e tanta nanna, anche perché abbiamo finito di pranzare che erano già quasi le 17 e la giornata di domani si prospetta molto intensa: sito di Palenque + pranzo + trasferimento a Campeche … notteeeeee!!!
Sveglia alle 7.30 ma noi siamo già svegli … colazione in veranda tutti insieme, poi si parte per il sito di Palenque. All’ingresso ci sono tante bancarelle ma non c’è tempo per fermarsi ed entriamo: il sito è bellissimo, il tempo un po’ meno perché ogni tanto piove (strano!?!), comunque c’è un’afa e un’umidità pazzesca. Dall’ingresso raggiungiamo la spianata dove si allineano i Templi XII, XIII e delle Iscrizioni e dove Claudio ci introduce alla visita del sito. Saliamo al Tempio XII ed entrando nella tomba di Sak Kuk, la regina rossa così chiamata perché l’interno del sarcofago dipinto con cinabro ha reso rosse le ossa dello scheletro. Passiamo poi davanti agli altri templi che però sono chiusi al pubblico. Dobbiamo purtroppo rinunciare anche al celebre Tempio delle Iscrizioni che non è più visitabile ... peccato perchè da lassù si godrebbe la vista più bella sul sito. Ci dirigiamo quindi al Palazzo caratterizzato da una torre a più piani in pietra. Anche qui ci soffermiamo a lungo, l’edificio è grande ed è frutto di un complesso di edifici costruiti in più riprese. Vediamo una piccola parte del labirinto di sotterranei e alcuni cortili, un uno dei quali vediamo una serie di bassorilievi che rappresentano prigionieri di guerra. Raggiungiamo quindi l’acquedeotto, scendiamo quindi alle spalle del Palazzo scavalcando il Rio Otolum e dopo un minimo di shopping (due manufatti in pelle) risaliamo al Gruppo della Croce dove c’è la più alta concentrazione di templi e dove scaliamo il tempio della Croce (da cui si gode un grande panorama) e quello della Croce Foliata: tra un monumento e l’altro Claudio ci dà le spiegazioni normali e paranormali. Poi ci spostiamo a nord e dopo essere transitati dal campo da gioco della pelota ci immergiamo nella foresta ... ci fermiamo ai bagni della regina (un luogo carino che si trova nel gruppo III): qui una bella cascata forma un laghetto, decisamente invitante considerando l’afa che c’è. Ci fermiamo anche in un punto particolare (il gruppo dei Murcielagos) che secondo la guida è un portale verso un altro mondo … di sicuro ha un che di spettrale visto che il nome vuol dire gruppo dei pipistrelli ... Claudio ci invita a rimanere in silenzio per ascoltare i rumori della jungla ... in realtà regna il silenzio, ma non è certo un male, finalmente un po’ di relax! Al termine della passeggiata nella foresta siamo all’uscita ... visita veloce al museo, dove Claudio ci mostra alcuni dei pezzi più belli e preziosi ritrovati nel sito, poi ci aggiriamo per il negozio del museo, ma non troviamo nulla che ci interessa ... con il pullman raggiungiamo il vicino ristorante per il pranzo che non è granchè ... e in più il ristorante non brilla per pulizia. Si riparte per Campeche, la strada è dritta e buona ma il viaggio è veramente lungo! A metà circa del percorso facciamo una sosta in un chiosco sperduto: stiamo lasciando il Chiapas e si vede perché il paesaggio cambia completamente. Finalmente siamo a Campeche alle 20 ... prima di raggiungere l’hotel Claudio ci porta a fare un giro nella piazza centrale dove c’è uno spettacolo folkloristico su un palco e le signore giocano a tombola. Facciamo capolino sul portone d’ingresso della Cattedrale dove è in corso la cerimonia di ingresso in società di una ragazza dell’alta società ... poi, a piedi, raggiungiamo il nostro hotel dove e’ già arrivato il pullman con le valigie e finalmente prendiamo possesso della nostra stanza dove possiamo sistemarci e rilassarci un attimo prima di uscire a cercare del cibo ... troviamo un ristorante carino sulla piazza centrale dove mangiamo alla messicana con l’aggiunta di una cheesecake buona. Torniamo nella nostra stanzetta (con salotto annesso) e nanna!
Sveglia alle 7.30 e colazione all’aperto ai bordi della piscina dell’hotel dove assistiamo impotenti ad un uccellicidio: una specie di corvo cattivissimo e nero si avvicina ad un piccolo uccellino con aria fintamente innocente e poi lo arpiona con il becco e lo trascina via in volo. Partiamo alla volta di Uxmal e lungo il percorso facciamo una sosta a Muna dove abbiamo un po’ di tempo per girare il mercato comunale, fare shopping (sombreri più vestito rosso “da combattimento” per la Fra) e un rapido salto a vedere la chiesa. Poi proseguiamo e verso le 11 siamo a destinazione ... stavolta c’è il sole e si sente: mentre aspettiamo di entrare nel sito vediamo anche una tarantola che si aggira sul soffitto del portico che ospita i negozi turistici. La visita delle rovine Maya è emozionante, anche qui Claudio cerca di dimostrarci la presenza di forze paranormali utilizzando una nostra compagna di viaggio come cavia. Vediamo anche tantissime iguane che si aggirano nei prati e fra le rovine ... tutti le rincorrono per fare le foto e film … una di queste, vedendosi circondata, un po’ spaventata fugge speronando uno scarpone di Roby. Iniziamo la visita e il primo monumento che si incontra entrando è la Piramide dell’Indovino, caratteristica perché ha la pianta ellittica ... il panorama da lassù deve essere notevole, purtroppo (o forse dovremmo dire per fortuna visto quanto sono ripidi i gradini) non si può salire. Superiamo il Portico e arriviamo in vista del Palazzo del Governatore ai piedi del quale si trovano il trono del giaguaro e il monolito della picota dall’aspetto abbastanza inquietante. Saliti i gradini che conducono al Palazzo notiamo che dalle pareti spuntano tanti riccioli di pietra: sono i nasi di Chac il dio della pioggia. Giriamo tutt’attorno al palazzo per fare un po’ di foto, ma entrare non è consigliabile perchè vi aleggia una puzza indefinita, dato che è dimora di molti pipistrelli. Alle spalle del palazzo troviamo la Grande Piramide che si può scalare ... ovviamente non ci facciamo sfuggire l’occasione: come sempre su queste piramidi la parte più impegnativa è la discesa ... in questo caso poi se in salita (arrivando dal Palazzo del Governatore) partiamo già da una certa altezza, in discesa dobbiamo percorrere tutto il dislivello e non è poco. Quando tutti siamo scesi e ci siamo radunati ai piedi della piramide proseguiamo la visita ... passiamo accanto alla casa delle tartarughe, attraversiamo il campo della pelota ed entriamo nel quadrilatero delle monache. Le ali del quadrilatero sono disposte attorno a un cortile a cui accediamo passando per una porta a falso arco dalla forma triangolare. Le facciate degli edifici sono in stile puuc e pieni di fregi (maschere del dio Chac, serpenti intrecciati, motivi floreali e geometrici). Per concludere, attraverso un’altra porta a falso arco, accediamo al Quadrato degli Uccelli situato alle spalle della Piramide dell’Indovino e caratterizzato da un muro ricoperto di sculture di uccelli in pietra (colombe? Pappagalli ara?) . La visita è conclusa, da qui si va all’uscita dove compriamo delle t-shirt carine e raggiungiamo a piedi il vicinissimo ristorante nel quale ci attende un buffet ricco e buono. Quindi raggiungiamo Merida dove il pullman ci lascia in centro e poi prosegue a portare i nostri bagagli all’hotel Hyatt Regency che ci ospiterà questa notte. Giriamo un po’ liberamente per il centro della città, guardiamo vetrine, bancarelle e negozi ma i prezzi sono decisamente più alti di quelli che abbiamo incontrato fin qui e allora non compriamo nulla di turistico; riusciamo invece a trovare dei libri carini per fare dei regali a bambini. Poi con l’autobus pubblico arriviamo nelle vicinanze del nostro hotel che raggiungiamo stanchi dopo aver fatto un ulteriore giro al Walmart già addobbato per il Natale (mancano piu’ di due mesi!!!). E’ l’ultima sera in cui siamo tutti insieme perchè il giorno dopo alcuni di noi raggiungeranno in anticipo i villaggi della Riviera Maya, quindi usciamo tutti insieme per cena e Claudio ci porta alla Parranda un bel locale dove si può ballare con musica dal vivo. La cena è buona e tipicamente messicana a base di tortillas, salse piccanti e tacos, si beve birra e alla fine tequila e sacrificio maya ... poi i nostri compagni di viaggio si lanciano in pista, ma noi siamo distrutti e piegati dal viaggio così a mezzanotte torniamo in albergo sempre con il bus pubblico mentre gli altri rientrano alle 3!!! Notte, notte, notte!
Sveglia alle 7.00 e colazione con tanti tanti dolci come al solito ... partiamo alle 8 e 20 per Chichen Itzà, l’ultimo sito Maya del nostro programma. C’è tantissima gente perché è uno dei luoghi più famosi, ma riusciamo lo stesso a vedere le cose più importanti. Per prima cosa vediamo l’area più antica del sito, di epoca e stile puuc: il complesso delle monache (edificio, chiesa e annesso), il tempio dei rilievi dipinti e il Caracol (l’osservatorio astronomico). Poi ci spostiamo più a nord nella zona del secondo complesso incentrato intorno alla piramide nota come Tomba del Gran Sacerdote e quindi procedendo ancora verso nord finalmente sbuchiamo nella grande Piazza Centrale dove si trovano i monumenti più celebri della città. Al centro campeggia la famosissima piramide di Kukulcan (nota come El Castillo) ... prima di salire però ci dirigiamo allo Tzompantli (la piattaforma dei teschi) e al vicino campo della pelota, molto più grande e imponente di quelli che abbiamo visto finora ... poi imbocchiamo il sacbè, il viale che conduce al Cenote (il pozzo sacro dove venivano gettati i prigionieri sacrificati) e sulla via del ritorno ci dedichiamo allo shopping. Tornati alla Piazza Centrale è il momento di salire sulla piramide ... la scala è affollata, compresa una turista americana che fa provincia (o forse stato!) che tutti si premurano di evitare per paura di essere travolti in caso di ruzzolone ... dalla cima si può ammirare (sul lato orientale della piazza) il Tempio dei Guerrieri, imponente e circondato da un bel colonnato, ma purtroppo inaccessibile. Come sempre la parte peggiore è la discesa anche perché le scalinate sono veramente ripidissime ... un lato è attrezzato con una corda per aggrapparsi, ma è troppo affollata e la corda è per terra non ad altezza braccia ... comodissima! Ripieghiamo allora su una attenta discesa dal lato da cui siamo saliti ... arriviamo a terra sani e salvi e ne siamo molto felici! Al di sotto del Castillo, con accesso da una piccola porta adiacente ad una delle scalinate, si può visitare una versione più antica della piramide contenente due sculture ... c’è però coda e affollamento per entrare e allora rinunciamo. Gironzoliamo ancora un pochino e poi è ora di uscire e tornare al pullman con il quale raggiungiamo il ristorante dove mangiamo a buffet “allietati” da un classico spettacolo per turisti fatto di danze tipiche eseguite con bottiglie o vassoi in testa. Nel pomeriggio si riparte per Cancun ... poco prima di entrare in città ci separiamo dai 10 compagni di viaggio che raggiungono in anticipo i villaggi della riviera Maya, non prima però di aver scattato una serie impressionante di foto di gruppo in tutte le possibili configurazioni. Noi con il resto della comitiva andiamo all’hotel Hyatt di Cancun e per cena usciamo tutti insieme ... Proviamo ad entrare nel Hard Rock Cafè ma c’è troppa confusione e allora si va al ristorante argentino Cambalache ... molto molto buono ma decisamente caro (d’altra parte Cancun sembra una specie di Las Vegas senza Casinò e i prezzi seguono gli standard americani e non messicani). Per fortuna siamo al coperto perché durante la cena si scatena un acquazzone notevole anche se di breve durata. Dopo cena stanchissimi rientriamo in albergo e nanna.
Ci alziamo con calma alle 9, finalmente dopo due settimane di corsa possiamo permettercelo! Il nostro mega-hotel è una costruzione cilindrica iper-moderna a enne piani con hall centrale e corridoi circolari tutti attorno che da una parte guardano sulla hall con una balconata e dall’altra ospitano le porte di accesso alle stanze agli ascensori e alle scale. Il soffitto della costruzione è una cupola a vetri che aumenta la luminosità. La sala della colazione è anch’essa tutta a vetri con vista mare (che si trova a pochi metri) ... scegliamo un tavolo proprio accanto alla finestra in modo da godere appieno della vista e al solito assaltiamo il buffet pieno di cosine buone ... L’appuntamento con il pullman che ci deve portare al villaggio è per mezzogiorno quindi c’è il tempo per una passeggiatina tranquilla per le vie di Cancun ... Roby però ha mal di piedi e mettendo per la prima volta i sandali (con le suole rigide) si muove lentamente e con un’autonomia limitata ... pazienza visto che Cancun è semplicemente una sfilata di mega-alberghi di lusso e di locali di divertimento e non ci piace affatto! C’è il sole ma anche un vento molto forte che quando cala fa cambiare sensibilmente la temperatura ... raggiungiamo un punto dove si apre una spiaggia e qui facciamo qualche ripresa ... poi si torna in albergo perché l’ora dell’appuntamento si avvicina. Saliamo in stanza a recuperare le valigie e la discesa è molto travagliata ... gli ascensori latitano e quando arrivano sono costantemente pieni ... alla fine raggiungiamo la reception dove salutiamo i compagni di viaggio che tornano in Italia o vanno in altri alberghi della Riviera. Ad andare al Capitan Lafitte siamo solo in quattro, ci imbarcano su un pullmino insieme ad un altro gruppetto che prosegue per una destinazione diversa e alle 13 siamo già alla Posada ... la stanza è disponibile solo dalle 15, nel frattempo però si pranza lo stesso e non è niente male ... i bungalow sono tutti a due piani (tranne uno che ne ha tre) e collocati praticamente sulla spiaggia (i più lontani distano una trentina di metri dal mare!!!), il ristorante è praticamente una palafitta che viene lambita dalle onde ... il posto ci piace veramente tanto!!! Iniziamo anche ad apprezzare la comodità del “all inclusive” e conosciamo Simone l’assistente del tour-operator che ci fornisce un po’ di informazioni e di spiegazioni e ci presenta alcune possibili escursioni per i giorni a venire ... la camera intanto tarda ad essere pronta perchè pare ci sia una piccola perdita che stanno sistemando ... ci offrono un’altra stanza ma è al primo piano e non direttamente sulla spiaggia come quella che ci hanno assegnato inizialmente ... noi vorremmo aspettare che questa venga pronta perchè aprire la porta e uscire direttamente sulla sabbia è un sogno, ma le cose vanno troppo per le lunghe e alla fine cediamo, pazienza. La stanza è carina abbiamo un bel balcone vista mare con amaca che proviamo subito ... comoda, rilassante anche se non siamo completamente a nostro agio nel salire e scendere. Finalmente possiamo anche fare qualcosa che sognavamo da due settimane, svuotare le valigie per fare un po’ di ordine. Poi, visto che si è fatto tardi e il sole è già molto basso, Roby resiste al richiamo di un bagno e ci “accontentiamo” di un giretto in spiaggia a raccogliere le conchiglie. Ceniamo in 6, con i nostri compagni di viaggio Raffaele e Irene, Francesco e Alessandra approfittando del ricco buffet accompagnando il cibo con un bicchiere di vino. Segue passeggiata romantica sulla spiaggia con la luna piena … grrrrrrrrrr!!! C’è anche il tempo per fare una partitona a ping-pong fino alle 23 e poi nanna.
Per il secondo giorno consecutivo ci alziamo con molto comodo alle 9, poi andiamo a fare colazione e mangiamo un bel po’: ci lanciamo in una rilassante mattinata on the beach, prendiamo il sole e facciamo il primo bagno; il mare è mosso e, se sulla spiaggia la sabbia è finissima e uniforme, dentro l’acqua ci sono un po’ di sassi e Roby decide di usare le scarpette in gomma per fare il bagno. Dopo un altro po’ di sole l’rrequieto Roby raddoppia i bagni … e finisce col fare anche cenerentolo perché un’ondata più forte gli sfila una scarpetta e lo fa ruzzolare picchiando un ginocchio contro un sasso. Pranzetto più o meno leggero e dopo aver medicato il ginocchio di Roby incontriamo di nuovo l’assistente del tour-operator, che ci dà una serie di belle notizie: 1) l’uragano Wilma che nei giorni scorsi si era formato ma sembrava di scarsa rilevanza ha raggiunto forza 5 la massima gradazione possibile per un uragano; 2) anche se transiterà al largo c’è il fondato rischio che domani ci spostino in un altro albergo perché il nostro è sulla spiaggia ed è troppo esposto a possibili allagamenti. Nel pomeriggio il cielo si copre e in ogni caso abbiamo già preso abbastanza sole la mattina e siamo rossi quindi facciamo un po’ di foto e di riprese con la telecamera cosi’ sappiamo com’è l’albergo prima della cura-Wilma, poi ci dedichiamo alla scrittura del diario e delle cartoline. Prima di cena Roby vuole comunque fare un giro in spiaggia per vedere se qualche personaggio delle fiabe gli ha riportato la scarpetta persa in mare, ma resta deluso. Stasera il programma era di trovarsi tutti a Playa con Claudio e Sabine (la sua fidanzata svizzera gelosissima) … invece abbiamo un appuntamento la sera con Simone per avere aggiornamenti su Wilma e sull’eventuale evacuazione del Lafitte quindi andiamo a cena e, usciti dal ristorante dopo un menù italiano molto buono innaffiato da vino rosso e bianco, incontriamo Alessandra, Francesco, Raffaele e Irene. Loro hanno provato ad andare a Playa ma non sono riusciti ad incontrarsi il resto del gruppo perché il taxi che hanno preso li ha scaricati al McDonald’s sbagliato. Ci dicono inoltre che due dei nostri compagni di tour che dovevano partire nei prossimi giorni sono già stati imbarcati per l’Italia e che a Playa tutti i negozi stanno sbarrando vetri e serrande con assidi legno … gasp! Nel frattempo in sala tv abbiamo assistito ad alcuni notiziari della CNN e le notizie non sono per nulla confortanti: 1) Wilma ha raggiunto il primo posto come potenza fra tutti gli uragani sviluppatisi nell’Atlantico e la tanto distruttiva Katrina in questa classifica è “solo” al quinto posto; 2) alcune simulazioni al computer del percorso di Wilma la fanno puntare direttamente sulla penisola dello Yucatan. Parliamo anche con Simone, ci dice che domani mattina alle 9:30 saremo informati su come e quando ci sposteranno (il se e’ già stato rimosso!), prendiamo l’ultima tequila al bar, da dove hanno già rimosso i ragni finti che usano per fare scherzi agli ospiti dell’albergo (ma allora è una cosa seria!). Passiamo il resto della serata a fare le valigie che speravamo di non toccare per una settimana (sigh!) poi nanna.
Ci alziamo alle 8:30, poi si va a fare una bella colazione perché non si sa che cosa ci riserva il resto della giornata. Quando le 9:30 sono passate da un po’ Loredana (la collega di Simone) arriva e ci dice che verranno a prenderci alle 13 con un pullman e ci porteranno in un altro hotel oppure in un rifugio, ma non si sa ancora quale; ci da’ anche qualche indicazione su cosa portarci dietro per la notte perchè non è detto che le valigie possano venire nella stanza dove saremo rifugiati. Bivacchiamo quindi tutti quanti nei pressi della reception senza sapere che cosa fare ... il tempo è brutto, piove, ci sono raffiche di vento molto forte e il personale sta smontando e portando via tutto con una calma invidiabile ... ci distrubuiscono bottiglie d’acqua e gelati gratis perché hanno staccato la spina del frigo del negozietto che li vende. All’una arriva il pullman e ci caricano con armi e bagagli (più che altro bagagli), ci distribuiscono un box-lunch contenente un sandwich e una mela che teniamo per dopo: contrariamente alle nostre speranze non ci portano verso l’interno per allontanarci dall’uragano, ma nel centro di Playa del Carmen. Il pullman si ferma di fronte all’Hotel El Elefante, un alberghetto decisamente squallido e alle nostre proteste viene obiettato che la struttura è in cemento armato e quindi sicura e che negli alberghi “belli” della riviera non accettano più ospiti per ordine della protezione civile ... alla fine siamo costretti a scendere e ci vengono assegnate le stanze dove ci trasciniamo controvoglia con borse e valigie. Arriverà qualcosa per cena? Nel dubbio facciamo un giretto per prendere qualche provvista ... i negozi ancora aperti sono pochissimi (la maggior parte è già barricata per reggere l’urto dell’uragano) ma ne troviamo uno a poca distanza dall’hotel dove acquistiamo qualche scatola di biscotti. Poi torniamo in camera a barricare la finestra: vorremmo spostare le reti dei letti ma scopriamo che ... sono di cemento!!! … riusciamo comunque a mettere un materasso in piedi contro la finestra e a fermarlo con le due valigie ... la porta invece è tenuta chiusa con un grosso mattone forato che Roby ha trovato e sequestrato in cortile ... sono le 17 e 30 e il fetentissimo uragano Wilma - sceso a forza 4 ma ancora di tutto rispetto – è previsto in arrivo per l’una di notte. Qui non si riesce a fare niente di utile per cui facciamo ginnastica, pedicure, manicure, scriviamo il diario e poi chissà ... si prospetta una notte interessante. L’attesa è snervante ... speriamo che tutto si risolva in poche ore come dicono e che domani ci portino in un posto più decente! E anche che stasera ci diano uno straccio di cena! La cena arriva verso le 19 dal capitan Lafitte … e’ una fotocopia del pranzo cioè una scatola di polistirolo che contiene un sandwich e un frutto. La camera è barricata e siamo in attesa dell’uragano … dalle 20 siamo senza acqua! Il tempo passa lentamente ma alla fine ci addormentiamo ...
Ore 4 e 20: la corrente se ne va e si spegne il ventilatore che ci forniva l’unico refrigerio. Ancora mezz’ora e arriva Wilma!!! Per tutto il giorno pioggia torrenziale, raffiche di vento fortissime e un umido pazzesco. Per mangiare abbiamo i wafer al cioccolato comprati ieri … 3 a testa per colazione e lo stesso per pranzo ... wow che lusso! Siamo barricati in stanza, ma per fortuna essendo circondati da muri in tutte le direzioni possiamo di tanto in tanto far capolino sulla porta della stanza a prendere un po’ d’aria e scambiare giusto due parole con chi alloggia nelle stanze vicine. Alle 13 pero’ il tempo (come previsto dal padrone dell’albergo che e’ meglio di Giuliacci) comincia a peggiorare al punto che si riesce a fatica, ogni tanto, ad aprire la porta per cambiare l’aria. Alle 17:30 finalmente si fa viva Loredana, ma non ci dà notizie confortanti e, come al solito, sono più le fesserie … comunque ormai è certo che l’occhio del ciclone passerà esattamente sopra di noi, che fortuna!!! Almeno ci hanno portato un po’ di viveri, chiudiamo un occhio, (anzi due!) su quantità e qualità! La Fra agguanta un pomodoro e con tale ricco bottino torna in stanza da Roby , che però lo snobba (che strano!!!) e si dedica ai wafer. Scende la sera e siamo sempre senza energia elettrica ... per avere un po’ di luce in realtà avremmo le candele, ma non le possiamo tenere accese a lungo visto che siamo chiusi dentro e ci consumerebbero l’ossigeno ... è buio, non si vede nulla e allora dopo cena non resta che andare a nanna ... in realtà più che altro ci sdraiamo perchè di dormire non se ne parla proprio: il vento è aumentato ancora (ormai le raffiche sfiorano i 200 Km/h) e adesso fa veramente paura ... la porta sembra poter cedere da un momento all’altro e dobbiamo rivedere le nostre barricate ... leviamo una delle valigie che sostengono il materasso davanti alla finestra e la sostituiamo con la borsa degli acquisti ... a sostegno della porta (insieme al mattone forato) finiscono lo sgabello e il tavolino sopra il quale campeggia la valigia di Roby da 20 Kg circa ... ok, adesso le barricate tengono e possiamo stare più tranquilli! Alle 22 entriamo nell’occhio dell’uragano e per un’ora e mezza c’è pace … a parte i messicani fumati e sbronzi che stanno all’ultimo piano che festeggiano l’uragano con il verso del coyote. Chiaro che qui non si chiude occhio … alle 23:30 Wilma riprende le danze e a poco valgono gli sms spiritosi che arrivano dall’Italia, la notte è lunga!!!
Ore 4 (anche oggi): ci concediamo una colazione antelucana a base di wafer, nel frattempo il cellulare già scarico di Roby ci abbandona definitivamente e avvisiamo le mamme di limitare gli invii di sms perché senza corrente l’autonomia e’ limitatissima … alle 9 riceviamo i profughi (Silvia e Alessandro) che stanno alla stanza accanto che pero’ si è allagata: e se prima eravamo in due adesso siamo in quattro! Pare che alcuni negozi abbiano aperto sotto la scorta di polizia e protezione civile per evitare si essere saccheggiati ... allora gli uomini escono tutti insieme (andare in giro è pericoloso perchè ci sono gruppi che si aggirano per saccheggiare e derubare) con la “guida” di Loredana (come sempre inutile – alla prima raffica di vento si abbarbica ad un palo e non vorrebbe più mollarlo). Dopo un quarto d’ora però fanno ritorno a mani vuote ... negozi aperti non ne hanno trovati, in compenso si sono inzuppati da capo a piedi ... continua a diluviare e le raffiche di vento sono ancora molto forti ... in giro la situazione è irreale, le strade sono trasformate in torrenti, i fili della luce sono quasi tutti crollati, ci sono vetri rotti e detriti di ogni genere ... poca gente e pochissime macchine in giro che si muovono a fatica! Il tempo di cambiarsi e mettersi qualcosa di asciutto e si sparge di nuovo la notizia che è stato trovato un negozio aperto ... il gruppo però si è un po’ disperso e usciamo in 6 ... la quinta strada, la via principale di Playa in alcuni punti è completamente allagata e dobbiamo entrare nell’acqua fino al ginocchio ... ci muoviamo con circospezione, chissà che cosa ci sarà sotto ... nonostante questo incontriamo una coppia di ragazzi, lui indossa le infradito, lei le infradito se le tiene in mano e gira a piedi nudi, boh?!?!? ... ad un certo punto siamo seguiti da un paio di tipi che ci piacciono davvero poco quindi cerchiamo di stare vicini e di controllare i loro movimenti ... arriviamo ad un incrocio “custodito” da un omaccione della protezione civile a cui rivolgiamo per chiedere informazioni su negozi aperti e i due tipi (guarda caso) si dileguano! La direzione è giusta e il negozio aperto è ad un paio di isolati di distanza ma da qui in poi possono passare solo due di noi, gli altri devono attendere ... mettiamo insieme i soldi e due proseguono alla ricerca del negozio mentre gli altri quattro si fermano ad attendere ... il tempo passa passa passa e nessuno ritorna, dopo un po’ il tipo della protezione civile dice che anche noi possiamo proseguire e raggiungere gli altri ... ci proviamo ma avanti un paio di isolati non sappiamo in che direzione andare, dei nostri compagni non ci sono tracce ... vediamo un poliziotto e chiediamo ma siamo respinti in malo modo dicendo che non ci sono negozi aperti e che dobbiamo tornare nelle nostre case o nei nostri alberghi ... simpatico! Torniamo indietro lentamente guardandoci intorno e sperando di veder tornare gli altri ma ancora niente ... siamo preoccupati e di tanto in tanto ci fermiamo a guardare in distanza ... ad un incrocio vediamo gente che esce da un portone con le borse piene ... abbiamo trovato un alimentari aperto! Ci dividiamo: un paio di noi si mettono in coda e gli altri due restano in strada a vedere se riescono ad avvistare i primi che si sono avventurati alla caccia del negozio ... finalmente tornano e hanno comprato biscotti, dolci, caramelle, quello che hanno trovato! Dopo un’altra mezzoretta di attesa i nostri compagni in coda riescono ad emergere con pane e acqua ... adesso abbiamo le provviste e torniamo in albergo dove sono preoccupati perchè siamo fuori da un bel po’. Siamo nuovamente fradici e dobbiamo cambiarci ... e i vestiti con l’umidità che c’è non si asciugano ... Nel frattempo Loredana ha portato delle scatolette di tonno fornite dalla protezione civile messicana ... le scatolette non hanno l’apertura a strappo e nessuno ci ha fornito un apriscatole ... geniali! Per fortuna c’è il coltellino svizzero di Roby e Lorenzo con estrema pazienza apre le scatolette per tutti , poi dal Lafitte arrivano altri box lunch con sandwich e fettina d’anguria ... almeno adesso il cibo non scar seggia e non siamo costretti a tirare avanti a wafer! Non smette di piovere e il cortile dell’hotel è sempre allagato ... per fortuna l’ingresso della nostra stanza è protetto da un alto gradino e così non si allaga ... ai piani superiori non sono così fortunati e hanno passato due giorni a spingere fuori l’acqua! Nel pomeriggio torna Loredana portandoci acqua e wafer (pochi) e ci dice che 1) non possiamo lavarci (l’avevamo intuito visto che non c’e’ acqua) 2) non si sa quando possiamo andarcene perchè le strade sono chiuse 3) Cancun è distrutta e l’aeroporto chiuso ... speriamo in bene! Cena a base di pane e tonno in scatola al lume dei moccoli, poi alle 9 di sera spegnamo le candele e si dorme (forse!).
Sveglia alle 7, un po’ rattrappiti per l’umidità, ma sembra che l’uragano sia andato a far danni altrove: niente vento e non piove! Colazione con i biscottini, poi raccogliamo un po’ di notizie: stanno cercando di spostarci (non si sa con che tempi) a Merida; ci scambiamo un po’ di numeri di telefono per restare in contatto dato che è possibile che si vada via un po’ per volta. Alle 9 l’acqua ricompare ... meno male, magari si riesce pure a fare la doccia … ma è solo un miraggio, dopo mezz’ora i rubinetti sono di nuovo muti. Uffa, si è rimesso a piovere forte! Non c’è molto da fare ... almeno adesso riusciamo a rimanere nella parte di cortile coperto e chiacchierare con i nostri compagni di sventura e il tempo passa un po’ di più. Loredana compare e poi scompare dicendo che forse ha trovato qualcosa di interessante ... cosa sarà? Mistero! Il tempo passa e non succede nulla ... ormai diversi negozi e ristoranti hanno riaperto e alcuni escono per prendersi una pizza. Verso le 13 Loredana arriva con pizza e ravioli in quantità e finalmente mangiamo qualcosa di decente: nel pomeriggio il tempo migliora decisamente ed esce il sole ... possiamo finalmente fare un bel giro in spiaggia e per le strade di Playa (almeno quelle praticabili perchè alcune sono ancora parzialmente allagate o ostruite) … c’è un sacco di gente che, come noi, non ne poteva più di rimanere rinchiusa. Ci guardiamo intorno e vediamo parte delle distruzioni lasciate dall’uragano: fili e pali della luce crollati, alberi piegati o sradicati, vetri sventrati, assi di legno spezzate, cartelli e insegne sparse per terra, tetti di paglia distrutti, un telefono pubblico quasi divelto ... Ci consola poter camminare al sole! Sulla spiaggia c’è un pellicano che sembra sotto choc ... è totalmente abulico, qualcuno prova a lanciargli dei pesci ad altezza becco ma non ha i riflessi per prenderli ... proviamo a dirlo ad guardiano della spiaggia ma dice che è solo sazio ... boh, sarà ... comunque al ritorno non lo ritroviamo. Compriamo anche un paio di collane fatte con conchiglia e sabbia come ricordo di Wilma. Rientrando verso le 16 e 10 incontriamo Loredana, che ci dice di correre a fare i bagagli perché tra un’ora arriva il pullman a prelevarci: ci affrettiamo a raggiungere l’albergo e scopriamo che agli altri ha detto che il pullman arriva alle 20 … comunque prepariamo tutto e c’è chi cede il cibo rimasto ai messicani dell’hotel ... le valigie (anche quelle delle stanze al primo e secondo piano) vengono radunate nel cortile perchè tra poco farà buio e scendere le scale con le valigie e senza luce non è simpatico, poi aspettiamo aspettiamo aspettiamo con Loredana che cerca di convincerci ad andare in stanza perchè fa freddo … ma noi non ne possiamo più di stare chiusi in quelle stanze umide e puzzolenti e restiamo fuori all’aria aperta ... alle 23 e 30 Loredana viene a dirci che il bus è fermo a sud di Tulum perché è “esploso”(????) un cenote, ci sono 250 metri di strada allagata e il pullman non riesce a raggiungerci: giustamente ci arrabbiamo, tutti vanno a dormire tranne noi, Francesco e Alessandra, Alessandro e Silvia, Andrea … ore 1 e 20: cede Andrea ... alle 3 crollano Fra e Silvia, seguite alle 3 e 30 da Roby e Alessandro. Alessandra regge fino alle 4 e 30 poi si sdraia su un materasso che abbiamo steso sul pavimento all’ingresso della nostra camera ... Francesco resta sveglio seduto sulla soglia della camera alla luce di un moccolo e passa un’ora e mezza in compagnia (si fa per dire) di uno scarafaggio a pancia all’aria.
Ore 6 ci svegliamo anche oggi rattrappiti: fuori Francesco (che non ha chiuso occhio) sta parlando con Lorenzo e Roberto di Bologna. Niente pullman, la storia del cenote sembra a tutti una grande cavolata, così in tre andiamo alla protezione civile. E’ chiusa ma di fronte ci sono due camion di militari e a loro chiediamo notizie sullo stato della strada ... ci rispondono che è a posto, grrrrrrrrrrr!!! Riusciamo a farci mettere in carica un paio di cellulari dai gestori di un albergo poco lontano e poi rientriamo ... di fronte all’hotel c’è Loredana al telefono. Raccontiamo agli altri le belle scoperte che abbiamo fatto, poi lei ci raggiunge e dice che non riesce a contattare l’autista del pullman: le chiediamo di riprovare e (miracolo) il telefono squilla e in 10 secondi netti (secondo miracolo) riesce a farsi raccontare che il pullman è appena arrivato e ci sta aspettando ad un paio di isolati di distanza perchè non può proseguire oltre a causa dei cavi della luce che pendono ... poi ci ingiunge di uscire dall’albergo con le valigie entro 10 minuti altrimenti ci lascia lì (che faccia tosta!). Intanto uno dei nostri compagni di sventura è uscito sul ballatoio brontolando perché non lo lasciamo dormire e rischia di trasformarsi in un bersaglio mobile (o immobile?). Andiamo al pullman con i bagagli e finalmente possiamo lasciare questa topaia. La prima sosta la facciamo dopo un’oretta a Tulum per un caffè e una puntatina in bagno, poi chiediamo di non fare altre soste per raggiungere Chichen Itzà il più presto possibile. Ci arriviamo 5 ore dopo la partenza facendo un giro dell’oca perchè la strada più diretta non è agibile. Arriviamo al Mayaland Resort all’ora di pranzo ... vorremmo farci una doccia prima di mangiare ma se non ci presentiamo subito in sala pranzo niente cibo ... appena ci vedono e ci riconoscono come i “superstiti di Wilma” ci mettono a pranzare in una sala a parte ... poi finalmente possiamo rilassarci nella nostra ampia e lussuosa stanza ricavata in un bungalow e riusciamo a fare una doccia molto molto lunga … era ora! Trascorriamo un pomeriggio di relax in piscina godendoci sole e bagno. Le informazioni sul nostro rientro cambiano in continuazione: prima dovremmo partire domattina da Cancun con i nostri voli originali, poi da Merida insieme a tutto il resto del gruppo con un charter. Gli unici che vanno via subito sono Roberto di Bologna e famiglia, ci lasciano prima di cena e raggiungono in macchina Merida per imbarcarsi: la serata trascorre con bevute di tequila e poi a nanna un po’ sbronzi … ma è bello essere in un posto coi fiocchi e finalmente puliti!
Sveglia con calma e colazione alle 9 passate a base di uova strapazzate, Alessandra e Francesco ridono … gran parte del gruppo è andato a visitare il sito archeologico di Chichen Itzà con la guida, noi invece, che l’abbiamo già visitato durante il tour, passiamo la mattinata in piscina. Per pranzo ci dicono che dobbiamo liberare le stanze entro le 13 poi – mentre gli altri vengono portati a Merida per partire con un charter questa notte alle 2 – noi, Alessandra e Francesco e i due foruncoli (il mancato bersaglio mobile e il suo amico) veniamo riaccompagnati dalla guida con un minibus sulla Riviera Maya all’hotel Barcelò (venti chilometri a sud di Playa del Carmen) perché partiremo dall’aeroporto di Cancun. Il viaggio è un po’ faticoso ... la strada lunga ma in buone condizioni che abbiamo percorso ieri è franata in alcuni punti per il passaggio di mezzi pesanti, per fortuna la strada più diretta oggi è agibile ... in compenso è trafficata e piena di buche grosse e profonde. Alle 18 e 30 siamo al Barcelò ... è enorme, ci sono due reception e nessuno sembra sapere qualcosa del nostro arrivo ... un gruppo che viaggia con il nostro stesso tour operator si sta radunando per essere trasferito in pullman a Merida e ci viene il terribile sospetto di essere accodati a questo gruppo ... non faremo mica il pendolo avanti e indietro?!?!? Per fortuna non è così e ci assegnano le stanze. Sappiamo che alcuni dei nostri compagni del tour sono alloggiati qui ma ci chiediamo come possiamo fare a rintracciarli visto che l’hotel avrà un migliaio di stanze e i telefoni sia interni che cellulari non funzionano ... incredibile, mentre raggiungiamo le nostre stanze li incontriamo!!! Ci accordiamo quindi per cenare insieme e facciamo una bella tavolata a 10 raccontandoci a vicenda come abbiamo passato i giorni dell’uragano. Poi tutti a teatro ad assistere allo spettacolo (carino) dove si alternano canto, ballo e intrattenimento. Alessandra e Francesco devono partire domattina e noi giovedì, si va a nanna contenti peccato che qui non riusciamo a comunicare con il cellulare perché l’uragano ha danneggiato i ponti radio.
Sveglia alle 7 e 30 e alle 8 siamo tutti nella hall per salutare Alessandra e Francesco che hanno il volo stamattina in decollo da Cancun: dopo colazione si va in spiaggia, facciamo un bel bagno e prendiamo finalmente un po’ di sole. Alle 12 abbiamo appuntamento con Marina, l’assistente del tour-operator che ci deve dare gli aggiornamenti sulla nostra partenza: ci dice che i nostri amici stanno tornando dall’aeroporto perché non sono riusciti a fare il check-in; noi in teoria dovremmo partire domani (abbiamo la prenotazione fatta dal tour operator dall’italia) ma la situazione negli aeroporti è talmente confusa che non si sa se ci riusciremo. Pranziamo e poi torniamo in camera a riposare. Alle 16 squilla il telefono della nostra stanza ... ritroviamo Alessandra e Francesco (per fortuna gli hanno dato nuovamente la camera accanto alla nostra) e ci facciamo raccontare la situazione: le prenotazione elettroniche fatte dalle linee aeree non hanno nessuna validità all’aeroporto di Cancun perché manca la corrente elettrica e il sistema computerizzato non funziona, i check-in vengono fatti a mano in una scuola distante dall’aeroporto e chi arriva per primo prende i posti: gli americani si accampano di notte davanti alla scuola e se li accaparrano. In aggiunta, il numero di voli che possono partire dall’aeroporto di Cancun è limitato perchè, in assenza di illuminazione sulle piste e con la torre di controllo solo parzialmente funzionante, l’aeroporto è aperto solo nelle ore diurne e fra un decollo (o un atterraggio) e l’altro occorre lasciare un periodo di tempo molto maggiore del normale. Alle 17 proviamo a scendere in spiaggia perchè Roby vorrebbe fare un altro bagno ma fa freddo e non c’è più sole quindi rinunciamo, alle 18 la hall dell’albergo è piena di italiani che attendono notizie sulla partenza ... tutti i tour operator hanno fissato un incontro piu’ o meno allo stesso orario per fornire gli ultimi aggiornamenti e e per tutti la situazione è la stessa ... una gran confusione! Anche noi abbiamo appuntamento con Marina e attendiamo notizie .... Al termine delle varie riunioni la situazione è la seguente: 4 dei nostri compagni di tour che viaggiano con un altro tour-operator verranno prelevati questa notte alle 2 dall’hotel per cercare di fare il check-in e decollare in mattinata se tutto va bene, noi invece decidiamo di aspettare un altro giorno per evitare di fare avanti e indietro hotel-aeroporto inutilmente. Cena di gruppo e poi a teatro allo spettacolo messicano, oggi per la verità un po’ fiacco e con scarso pubblico (l’hotel si sta svuotando man mano che i turisti riescono a partire) ... poi alle 23 nanna.
Sveglia con comodo e si fa colazione alle 9 passate: alle 10 ci troviamo con Simone nella hall per le ultime novità ... pare che quelli che hanno provato a partire oggi abbiano avuto miglior fortuna e quindi per noi si prepara un tentativo di partenza per domani; ci conferma comunque che a Cancun regna il caos e a Merida ... pure! In ogni caso vale la pena di provare a partire domani perchè è improbabile che nel giro di un paio di giorni la situazione si normalizzi. Confortati da queste nuove speranze di partenza (in realtà adesso stiamo bene, abbiamo tutto, siamo in un albergo di lusso sul mare e il tempo si è messo al bello – la voglia di partire è più che altro legata alla stanchezza, allo stress della continua altalena di notizie e agli impegni che ognuno ha, dato che dovremmo essere in Italia già da ieri) con Alessandra e Francesco andiamo in spiaggia e facciamo un bel bagno di più di un’ora (da mezzogiorno all’una passata) durante il quale esploriamo il fondale spingendoci vicino agli scogli dove si possono ammirare in quantità pesci e coralli … all’1 e un quarto il segnale del cellulare ricompare, evviva! Prendiamo ancora un po’ di sole e poi si va a mangiare qualcosa ... verso le 16 torniamo in spiaggia ... il cielo si è coperto e fa freddo per fare il bagno così passeggiamo e andiamo ad esplorare la piccola baia subito prima della punta più a nord del villaggio. L’acqua è bella ma ci sono molti scogli, restiamo un po’ a prendere aria, raccogliere conchiglie e fare qualche foto ... sulla spiaggia incontriamo anche qualche granchietto bianco che appena ci vede si rifugia nella sua tana (un buco nella sabbia) ... dopo un po’ prova di nuovo ad uscire ma ci vede e scappa di nuovo dentro! Il tempo passa ed è ora di rientrare verso le nostre stanze ma nei giardini facciamo ancora in tempo ad incontrare uno scoiattolo (ieri invece avevamo avvistato un’iguana che passeggiava nel prato). Ore 18: meeting con Simone che ci dà i dettagli per domani, verranno a prenderci con il pullman alle 5 e 30 del mattino (gasp!) e si andrà a Cancun. Pare che il primo volo ci porti a Dallas e lì saremo accolti da qualcuno che ci darà le istruzioni per la prosecuzione del viaggio di rientro in Italia (probabile lo scalo a New York) ma i dettagli sono ancora avvolti nella nebbia. Ci concediamo l’ultimo shopping a suon di chili habanero e poi ceniamo in 6 (visto che i quattro che sono stati prelevati stanotte per loro fortuna sono riusciti a partire) ... poi vediamo un pochino di spettacolo ma ci salutiamo presto: domattina sveglia prestissimo per tutti! Una volta in camera finiamo di preparare le valigie e puntiamo le sveglie (orologio e cellulare). Abbiamo anche preavvisato il facchino per domattina, si va a nanna alle 23 stanchissimi.
Ore 4 e 40 … svegliaaaaaa!!! Mentre ci stiamo preparando il facchino ci chiama e vorrebbe venire a prendere le valigie in 5 minuti, riusciamo a strappargliene 15. Mettiamo via le ultime cose, ci ritirano le valigie e ci troviamo tutti nella hall dove per fortuna c’è un angolino con le brioches calde (ieri sera abbiamo chiesto invano il cestino da viaggio). Alle 5 e 30 arriva il pullman con Marina e Loredana: partiamo, ma il viaggio è lungo perchè ci fermiamo a recuperare altri gruppi in diverse strutture della zona di Playacar (la zona turistica appena fuori da Playa del Carmen dove sono concentrati alberghi, villaggi e appartamenti), un labirinto di strade tutte uguali dove facciamo lungo giro panoramico prima di puntare finalmente su Cancun). La destinazione del volo non è più Dallas come ci avevano detto ieri, ma Città del Messico dove saremo accolti dagli operatori locali che ci daranno assistenza e ci informeranno sulla prosecuzione del viaggio. Alle 8 e 30 siamo al punto dei check-in (una scuola nella periferia di Cancun), dopo una mezz’ora di attesa (durante la quale scendiamo dal pullman a sgranchirci le gambe) gli assistenti della Mexicana Airlines salgono sul pullman e passando di fila in fila controllano i documenti e compilano manualmente le carte di imbarco (senza il numero del posto sull’aereo, chi primo arriva meglio alloggia ... speriamo che abbiano fatto bene i conti sul numero di passeggeri!!!) Per fortuna il nostro pullman viene autorizzato ad accompagnarci all’aeroporto (fino a ieri solo i minibus delle compagnie aeree potevano accedere alla zona dell’aeroporto e quindi si doveva trasbordare con tutti i bagagli per percorrere gli ultimi chilometri). Anche dentro l’aeroporto il check-in dei bagagli è manuale e per questioni di sicurezza ci si può muovere solo in gruppo all’interno di percorsi prestabiliti. Così facendo però le cose procedono in modo sufficientemente spedito e alle 10 e 50 puntualissimi si parte. Il viaggio è buono e alle 13 atterriamo a Città del Messico ... dall’alto la capitale del Messico è impressionante perchè smisurata e l’aeroporto è dentro la città ... parallelamente alla pista a qualche decina di metri corrono strade di normale scorrimento e ci sono case, capannoni eccetera. Recuperiamo le valigie e ad accoglierci troviamo gli emissari della Meca Group (il tour-operator locale a cui si approggiano i tour-operator italiani). Noi due (che voliamo con Iberia) dovremmo partire oggi ... il condizionale è d’obbligo perchè scopriamo che Roby ha il posto confermato mentre la Fra è in lista d’attesa, speriamo bene! Gli altri (che volano con Alitalia) devo andare alla biglietteria per cambiare i loro biglietti originali e partiranno domani. Dobbiamo salutare Alessandra e Francesco (sigh!), ma ci liberiamo anche del resto del gruppo (olè!) che è alquanto menoso. Porfirio, l’addetto della Meca ci accompagna ai banchi dell’Iberia ma è ancora molto presto e mancano quasi due ore all’inizio del check-in ... nell’attesa prova ad andare agli uffici dell’Iberia per vedere se si può far confermare anche il secondo biglietto ma non c’è niente da fare, occorre attendere! Ci accampiamo in coda e aspettiamo ... finalmente inizia il check-in e quando è il nostro turno arriva la conferma, essendoci un solo posto disponibile ed essendo insieme siamo inseriti nella lista d’attesa e solo alla fine del check-in sapremo se potremo imbarcarci. Nel frattempo siamo costretti a rimanere in zona e soprattutto a tenerci le valigie e quindi anche solo per andare a fare quattro passi siamo costretti ad alternarci e ad organizzare dei turni di sorveglianza bagagli. Nonostante l’ottimismo di Porfirio che continua a fare pressioni al banco dell’Iberia facendo presente la nostra situazione, aspettiamo sempre più ansiosi perché al check-in si presenta un sacco di gente poi alle 19 e 15 finalmente ci chiamano ... i posti ci sono, evviva si parte!!!!! Per fortuna ci sono posti per tutti i paseggeri in attesa perché una signora francese inferocita vedendo che chiamano noi si è già messa a strillare. I posti che ci assegnano purtroppo sono lontani 10 file ma, una volta decollati puntuali alle 20 e 40 (ora locale), grazie a uno scambio chiesto da un altro passeggero e ad un amico del pilota che si sposta in business class, riusciamo a sederci vicini. Città del Messico vista di notte dall’alto è uno spettacolo, ma la salutiamo volentieri!
Quasi non si riesce a chiudere occhio, la cena è stata buona (manzo per la Fra, pasta per Roby) ma dormire
è un’impresa, in più verso mezzanotte finiamo in una zona di turbolenze e si balla un bel po’. Per fortuna
verso mattina va meglio ma abbiamo i piedi come due salame da sugo, meno male che l’Iberia ci ha fornito
le calzine così possiamo stare senza scarpe. Atterriamo a Madrid alle 13 e prima di scendere dall’aeroplano
vengono annunciati i gate di imbarco delle coincidenze: il nostro è abbastanza lontano, ma ci si può arrivare
con il bus interno. Giunti a destinazione con armi e bagagli, sui tabelloni non ci sono tracce del nostro
volo e non ci sanno dire granchè … da alcuni monitor scopriamo che hanno cambiato il gate, in pratica è a
due passi da dove siamo sbarcati (grrrrrr!!!) e il volo è in ritardo (ancora grrrrrr!!!). Bivacchiamo sulle
poltroncine della sala d’attesa, mentre l’orario di partenza previsto continua a slittare di 5 minuti alla
volta. Poi finalmente l’aereo arriva (scopriremo che era partito in ritardo da Parigi) e decolliamo con
un’oretta di ritardo sul previsto. I nostri posti sono a due file di distanza, ma stavolta non riusciamo ad
avvicinarci con qualche scambio di posto: l’aereo è pieno e per di più siamo circondati dai giapponesi.
Meno male che questo volo dura “solo” 2 ore e 10. Finalmente a Malpensa ... siamo stanchissimi, sbarchiamo
e ci mettiamo in attesa dell’arrivo dei bagagli ... come di consueto l’attesa è doppia rispetto a qualsiasi
altro aeroporto del mondo ... poi la sgradita sorpresa: arriva la valigia della Fra ma quella di Roby no!
Dopo una verifica via radio se ci sono valigie non ancora scaricate un’inserviente dell’aeroporto invita noi
(e una mezza dozzina di altri sfortunati) a seguirla ai banchi per la denuncia dei bagagli smarriti. Ci
mancava anche questa, uffaaaaaaaaa!!!! Tra l’altro dentro la valigia oltre a un sacco di cosine carine a
cui teniamo ci sono tutti i rullini di foto e due terzi del film, arghhhhh!!!!
Dopo un’altra mezz’ora spesa per completare la denuncia finalmente usciamo dove ci attendono ansiosamente
i genitori ... poi a casa a riposare finalmente!!!
P.S.: per fortuna due giorni dopo (lunedi’ 31/10) la valigia ricompare (era rimasta ferma a Madrid durante
il nostro scalo) e viene consegnata dal corriere ... l’odissea è finita ... foto e film sono salvi e potremo
documentare il nostro viaggio ... ciaooooooooooooooooo, alla prossima, sperando che sia meno movimentata!!!