Croazia - 19 Agosto/1 Settembre 2004
Diario di bordo

Ritrovo alle 7.30 a casa di Roby, il trasbordo dei bagagli e il caricamento dell'auto richiedono un certo impegno ma alle 7.50 varchiamo il cancello con Vespuccia e alle 8.05 imbocchiamo l'A4. Il viaggio è molto tranquillo, alle 10.15 siamo già alla barriera di Venezia e perfino la temuta tangenziale di Mestre è semivuota: all'autogrill di Cessalto (h. 11.00) c'è una pausa caffè + tortina Loacker e il cambio di autista, la Fra si mette ai comandi ... la frontiera slovena (dopo che qualche nuvola avvistato verso Vicenza ci ha fatto preoccupare per eventuali piogge) viene varcata alle 12.30. Pausa all'una in uno sperduto villaggio sloveno, con il nostro pranzetto usuale in versione leggermente più light. Il caffè locale non è niente male e costa anche meno che in Italia (2 caffè a 1.12 euro). Alle 13.35 varchiamo la frontiera croata e scendiamo, con strada a tratti ripida, verso Rijeka (Fiume per gli amici). Lì giunti prendiamo l'autostrada che è appena costruita ma carina, poi cominciamo a scendere la costa e arriviamo a Crikvenica ... l'hotel non è facilissimo da trovare - chissà perché presumono che si debba arrivare da sud per leggere i cartelli ?!?!?!?! - ma alla fine lo raggiungiamo (sono le 15.15). Ci insediamo in camera e, dopo esserci ripresi dalla salita in corda doppia su una scala dai gradini strettissimi, riposiamo un pochino e ci avviamo verso la spiaggia: uscendo sentiamo dei miagolii strazianti e incuriositi andiamo a vedere, da sotto un'auto parcheggiata sbuca un micio grigio voglioso di coccole, che comincia anche a seguirci miagolando. Mah! Stiamo poi in spiaggia a fare le lucertolone ... e anche i pesciotti a dire la verità, perché dopo il caldo del viaggio un bagnetto refrigerante (o due) ce lo concediamo volentieri! L'ingresso e l'uscita dal mare richiedono abilità da fachiro (soprattutto per chi ha lasciato in stanza le scarpette da bagno ;-))) ), ma l'acqua è bellissima e pulita e sguazziamo allegramente. Tornati in albergo veniamo accolti dal micio di prima che in un primo momento ci ignora perché sta mangiando, poi ri-miagola al nostro indirizzo: ci facciamo belli per la cena, con qualche effetto collaterale sul pavimento del bagno perché la doccia NON ha la tenda ma è en plein air, e il lavabo oscilla in equilibrio instabile ... però il phon (nostro!) funziona. Cena, dicevamo ... scendiamo in sala da pranzo e ci accolgono con una zuppiera di pasta in brodo - cominciamo bene - poi ci accorgiamo con sconcerto che sugli altri tavoli non c'è l'ombra di acqua o bevande di sorta. Uhm ... che sia vietato bere? La portata successiva è un'insalatona di crauti crudi (per la gioia di Roby): "però, un bel menù dietetico!" verrebbe da pensare, ma siamo smentiti dall'arrivo di un fritto misto con patatine seguite da due fette di anguria. Dopo questo popò di cena (rigorosamente senz'acqua) ci facciamo una passeggiata digestiva e optiamo per un caffè: e anche qui ... entrati in un baretto, veniamo squadrati da padrona & amica che, sentendosi chiedere due caffè in pseudo-croato, già ci guardano storto ... Insomma gli facciamo un favore quando bevuto il caffè usciamo! Vabbè ... per fortuna lo spettacolo della luna sul mare e delle luci del porticciolo ci ripaga di siffatto calore umano e torniamo in albergo più felici. Seguono stesura del diario e notteee!


Sveglia alle 8.20 per colazione: vista l'esperienza della sera prima (cena senza bevande) siamo un po' timorosi, almeno il caffè ce lo daranno? In sala da pranzo cogliamo sul fatto i vicini di tavolo intenti a depredarci della saliera: va bene che a noi non serve, ma almeno potevano chiedercela! Il self service regna sovrano, ci impadroniamo di due fette di pane e una vaschetta di marmellata a testa e anche di uno yogurt locale, niente male (in confezione maxi da 200 gr!): tè e caffelatte sono buoni e ce ne servono senza indugio. Portiamo giù i bagagli (o forse loro portano giù noi grazie alla forza di gravità) e ripartiamo alla volta di Plitvice. Seguiamo la strada costiera fino a Senj godendoci il panorama della costa e dell'isola di K-R-K (come la chiama la zia), poi la strada si inoltra nell'entroterra e sale, sale, sale con dei bei tornanti bastardi (il termine locale "Serpentina" non rende loro giustizia). Il paesaggio è di pratoni verdi con le montagne sullo sfondo, prendiamo l'autostrada per un breve tratto (wow! È vuota ... ) e poi usciamo vicino a Otocac, che sarà la tappa dopo Plitvice. La cittadina è tranquilla ma carina nonostante porti ancora qualche segno della guerra, vediamo anche l'hotel dove alloggeremo, visto dall'esterno non sembra male. Proseguendo passiamo in mezzo a prati di montagna, con paesini pieni di casette fiorite e chioschi che vendono formaggio e miele, incontriamo anche un gregge di pecore ... Arriviamo sulla strada per Plitvice e dopo una mezz'ora giungiamo al nostro albergo: è proprio bello! ... ora stiamo aspettando che la camera sia pronta per un buon pranzetto e un po' di riposo prima della passeggiata pomeridiana. Ore 13.00: comodamente seduti sul balcone della nostra bella camera, pranziamo a base di pane, prosciutto, formaggio e pesca, poi ci infiliamo gli scarponi e andiamo in esplorazione. Poco distante dall'hotel c'è l'imbarco del battello che ci porta sull'altra riva del lago di Kozjak, dove un altro battello ci porta in fondo al lago stesso. Per aspettarlo NOI ci mettiamo in fila, non così i soliti burini italiani che sarebbe meglio non uscissero di casa (figuriamoci andare in vacanza all'estero ... ). Per seminarli - almeno si spera - ci avventuriamo su un sentiero poco frequentato (perché sale!) ma molto panoramico, con cui giungiamo, scendendo solo alla fine, alla cascata più grande, in ombra ma bellissima. Da qui ripartiamo su passerelle di legno decisamente più popolate, che attraversano e risalgono i laghi inferiori, percorrendo poi tutta la sponda sinistra del Kozjak (qui almeno non c'è quasi nessuno) per tornare al punto di partenza. I laghi sono veramente magnifici, di un turchese splendido e pieni di pesci, valeva proprio la pena di venire a vederli! Arriviamo però alla fine del giro un po' provati e parecchio assetati, per cui compriamo una grossa bottiglia di acqua gasata che ci scoliamo quasi per intero, seduti con sguardo inizialmente assente al tavolino del bar. All'improvviso l'imprevisto: qualcosa piomba con violenza nel bicchiere della Fra! Con molta circospezione guardiamo dentro e troviamo una cavalletta verde, che salta fuori e atterra un po' più in là sul tavolo rimanendo immobile. Che sia morta? Assolutamente no, toccandola rizza le antenne e si rianima, ma non si sposta di un centimetro ... mah! Dopo averla osservata ancora un po' le lasciamo l'esclusiva del tavolo e ce ne torniamo in albergo a farci belli per la cena. Dove andiamo? Aargh! Non c'è molta scelta ... L'unico ristorante indicato nella zona è il Poljana, dove arriviamo discretamente affamati e scopriamo che è un self-service, praticamente una mensa ... Abbiamo un bel guardare il menù appeso (che sarebbe ben fornito) ... di tutto quello che c'è segnato è rimasto ben poco e ci tocca mangiare il meno peggio, pollo arrosto con patate ... una cena del socialismo reale! Almeno il caffè del bar accanto è buono e per risollevarci il morale prendiamo anche due bei cornetti al cioccolato e facciamo una passeggiatina di rientro, poi ci lanciamo con le parole crociate ... ciaooooo!


Ci alziamo alle 8.20 ... Scendiamo a far colazione, la sala è piena di turisti ma riusciamo a scovare un tavolo e ci pappiamo: 2 panini (1 miele, 1 burro e marmellata) la Fra e 1 Roby (marmellata), lo yogurt e il tè (verde e indiano), poi il Roby con nonchalance imbosca un panino per il pranzo ma il cameriere lo sgama (però non dice niente). Ci vestiamo da prodi trekkers e andiamo a prendere il battello: il cielo è nuvoloso ma sembra che schiarisca. Approdati sull'altra riva vorremmo prendere il percorso più alto ma, cammina cammina, ci ritroviamo sulla riva sbagliata dei laghi e molto più in basso di dove vorremmo essere. Un'agevole passerella a serpentina ci porta sulla riva giusta e troviamo una strada in salita ... sarà lei? ... Proviamo! ... Dopo un'arrampicata di fianco a una cascata ci rendiamo conto di no e la Fra impreca perché qui non usano segnare i sentieri (tanto loro lo sanno dove portano!). Ok, si torna indietro ... finalmente troviamo il sentiero giusto il cui imbocco è accuratamente mimetizzato in mezzo al verde e indicato solo con una K (Killer? Koala? King Kong?). Vabbè, saliamo e gli unici che incontriamo sono due ragazzi inglesi che procedono in senso contrario. Il panorama, quando siamo in vista dei laghi, è proprio bello, inoltre siamo tutti soli in mezzo al bosco e ci godiamo in pace la flora ... quanti ciclamini! E poi ci sono gli alberi coperti di funghi ... Ad un certo punto comincia a piovere, piove sempre più forte, anzi diluvia ... niente paura, ci mettiamo le mantelle e così infagottati aspettiamo il ritorno del sole, perché la fonte del diluvio è un nuvolone fantozziano che vediamo transitare velocemente. Riecco il sole! Ci rimettiamo in marcia ... Ora il sentiero scende e ci permette di ammirare i laghi che con questa luce sono fantastici: a valle troviamo la mandria di turisti al pascolo, e cerchiamo il sentiero che circumnaviga il lago più grande: lo troviamo, sembra un po' abbandonato ma praticabile ... sembra! Infatti dopo un po' gli alberi caduti aumentano e il sentiero è in pratica sbarrato. Visto che è ora di pranzo torniamo sui nostri passi e ci accomodiamo su una passerella in riva al lago, poi ci prepariamo il pranzetto e ce lo gustiamo tutto. Tornando indietro incontriamo per via padre e figlio francesi lanciati a passo di carica all'esplorazione del "nostro" sentiero ... non andranno lontano, pensiamo noi (?!?!?!). Alla vicina area di sosta dove fa capolinea il pulmino, chiediamo lumi alla guida, che ci dice che: a) il sentiero che cercavamo di fare è chiuso perché non è pulito b) si può invece fare una parte del giro del lago ma sulla sponda sud Wow! Non ce lo facciamo ripetere due volte e dopo una sosta caffè/provviste d'acqua, ripartiamo baldanzosi. Questa strada è asfaltata e, soprattutto, poco frequentata: ad un certo punto due ragazzi francesi si mettono a seguirci, e presi da un sussulto di orgoglio nazionale decidiamo di allungare il passo per non farci superare. Dopo un paio di case abbandonate, il sentiero lascia il lago e si ferma nel bosco perché c'è una sbarra: qui rifiatiamo, e i due francesi ci superano e proseguono. Ok, andiamo a vedere cosa c'è oltre la sbarra e ... sorpresa incontriamo padre e figlio francesi di prima ... Hanno fatto il giro del lago e ce lo raccontano ... il sentiero in realtà non era così male, grrrrr! Proseguiamo: altre case, sempre abbandonate, un altare a cielo aperto e il fiumicello che alimenta il lago. È ora di tornare, i piedi fanno male e le gambe pure! Troviamo stavolta un nonno francese con nipote che ci chiede lumi su percorso, poi per un bel pezzo proseguiamo da soli finchè ai nostri occhi esterrefatti non si presenta una strana visione: una coppia che ci viene incontro A PIEDI NUDI! Boh! Non abbiamo parole ... Proseguiamo e immortaliamo poi un gruppo di ciclamini bianchi (abbastanza rari). Giunti al punto di partenza (nel frattempo ci siamo sparati qualcosa come 10 km!) il pulmino ci fa lo scherzone e ci lascia giù, per cui in attesa del successivo facciamo merenda con la mela. Riusciamo a partire alle 17 e, giunti a destinazione, cerchiamo il centro visitatori, trovando anche un minimarket dove facciamo provviste per il giorno dopo e prendiamo un po' di cartoline. Tornati in albergo ci riprendiamo dalle fatiche e ci prepariamo per cena: ops, fuori si è messo a diluviare, se anche avessimo avuto voglia di uscire non ci pare il caso, per cui cena in albergo (à la carte): ci pappiamo le scaloppine ricotta-prosciutto-funghi e lo strudel (quest'ultimo non è eccezionale). Poi ci dedichiamo a cartoline e diario ... notte!


Levata alle 8.15: oggi si parte, per cui dobbiamo anche rifare le valigie, sigh! Ci lanciamo in sala da pranzo per la colazione, la Fra si guadagna un commento strabiliato di un altro turista per lo "scarso" contenuto del suo piatto. Roby invece è, come sempre, più morigerato ... dopo la colazione ci aspetta un lavoro da duri, occorre domare le valigie e convincerle a chiudersi, è una lotta impari ma riusciamo a farcela! La prima tappa del viaggio è il centro visitatori per cambiare i soldi, poi ci rimettiamo in marcia: la strada non sarebbe tantissima per cui decidiamo di allungare il giro con una deviazione che ci porta più a sud e poi a risalire verso Otocac. La strada è panoramica - pur se un po' dissestata in certi tratti - l'unica cosa triste sono le lapidi che ogni tanto si incontrano ai bordi della strada e ci ricordano che, pochi anni fa, la guerra civile è passata anche di qui. Vicino a Otocac facciamo un'ulteriore deviazione per andare a comprare il miele da uno dei tanti baracchini che avevamo visto sulla strada due giorni prima, poi cerchiamo un posto dove fermarci per pranzare. In un piccolo villaggio c'è un'area attrezzata con panche e tavoli vicino alla chiesa: ci sistemiamo e presto veniamo imitati da altre macchine ... Mentre affettiamo il pane e prepariamo i panini, una gattina nera incinta viene a farci visita miagolando: dopo aver assaggiato le nostre provviste va a trovare la famigliola del tavolo vicino e banchetta anche lì, poi si allontana soddisfatta. Ci rimettiamo in marcia (la Fra è posseduta dalla mortadella con cui abbiamo imbottito i panini ... ) e arriviamo all'albergo di Otocac: bè, rispetto a quello di Plitvice sembra un hotel del socialismo reale, la camera è bonsai e arredata in modo tristissimo, ma almeno sembra pulita. Riposiamo fino alle quattro, poi usciamo a fare un giro e a prendere le provviste per domani: scopriamo che i posti per cenare la titano, in compenso i bar sono tanti: che fare? Idea! Visto che i fruttivendoli sono aperti (nonostante sia domenica) ci organizziamo per una cena a base di frutta seguita dal cono gelato gigante (veramente buono!) della gelateria accanto all'albergo. Poi serata al pub con la birra alla spina ... così si dorme meglio ... hic!


Ci presentiamo a colazione alle 8.40: la sala da pranzo è bella come il resto dell'albergo e le tovaglie non sono proprio intonse, ma troviamo un tavolo decente e mangiamo pane, burro, marmellata e tè. Poi abbiamo la strana idea di farci restituire i documenti e quella cerbera della reception pretende il pagamento della notte ... altrimenti niente documenti ... boh! Un po' perplessi decidiamo di far benzina, ma mal ce ne incoglie: l'unico distributore cittadino è preso d'assalto e quando toccherebbe a noi il gestore vuole farci mettere in coda all'altra fila ... grrrr! Ok, si tenga la sua benzina, tanto ne abbiamo a sufficienza per andare e tornare e si sta facendo tardi. Ci dirigiamo verso il Velebit e, arrivati nella cittadina di Krasno, cerchiamo l'attacco del sentiero per il rifugio di Zavizan ma non riusciamo a trovarlo, per cui chiediamo agli indigeni: chi ci manda di qua, chi ci manda di là ... Imbocchiamo la strada per l'ingresso più vicino del parco, ma poco dopo diventa sterrata ... non sapendo che cosa ci attende più avanti e non avendo troppa benzina decidiamo di parcheggiare al primo slargo e di proseguire a piedi. Sono le 10.45 e tutto va bene ... cammina cammina, dopo 3 chilometri troviamo un cartello che indica il rifugio e l'ingresso del parco (a 6 km! Aiuto!) ... proseguiamo ... che caldo! Per fortuna siamo in mezzo al bosco e l'ombra ci ripara: ad un certo punto (dopo lo spuntino pesca + cioccolato) troviamo un sentiero che ci fa saltare due o tre tornanti ... quindi, esattamente dove un sentiero si biforca dalla strada forestale, ci imbattiamo in una guardia forestale stravaccata nella sua Panda e chiediamo quanto manca al rifugio ... ci indica la strada e risponde "Zwei uhr" ... allora noi indichiamo il sentiero e lui inflessibile "Zwei uhr"!!! ... Visto che è già l'una ci viene male ... la prospettiva di arrivare in cima alle 3 senza aver ancora mangiato non è allettante ... ad ogni modo proseguiamo perché il dislivello rimanente non sembra eccessivo e scegliamo il sentiero più breve nella carta che abbiamo a disposizione: nel bosco vediamo anche uno scoiattolo nero (da aggiungere alla collezione dei nostri animali feroci!) che si arrampica su un albero. Giungiamo a un pratone da cui si vede un bel panorama, vediamo il sentiero inerpicarsi su una sella in mezzo a due cime e scopriamo che si divide in due parti, una da 20' e una da 45': la Fra dopo aver contemplato il cartello cerca di prendere la direzione sbagliata, meno male che c'è Roby! Dopo essere passati sotto un arco di roccia, gli ultimi tornanti ci riservano un panorama fantastico: di fronte a noi si vede il mare con le isole di Rab, Cres e Losinj! Poco dopo giungiamo al rifugio ... a dispetto delle previsioni della guardia forestale è passata "solo" un'ora e mezza: ci accampiamo sui tavoli fuori dal rifugio e finalmente mangiamo con parecchio appetito, gnam! Dopo di che entriamo e ordiniamo il caffè, chiacchieriamo anche con due ragazzi di Monaco molto simpatici. Alle quattro ci rimettiamo in marcia per scendere, per il ritorno scegliamo la strada meno ripida e tortuosa. Tante macchine ci sorpassano in discesa, tedesche o locali: siamo gli unici temerari che fanno questo sforzo a piedi! Arriviamo stanchissimi alla macchina alle 19.15, gli ultimi chilometri li abbiamo percorsi per forza d'inerzia ... Torniamo a Otocac e, visto che sono le 20.20, corriamo a far benzina perché si è accesa la spia della riserva. Dopo il pieno a Vespuccia, pieno anche per noi: andiamo alla Konoba (la locanda del luogo) e ci facciamo - non si sa come - capire in tedesco, riuscendo ad ordinare la cena. Mangiamo un piattone di carni miste e funghi alla griglia (spettacolare!) che ci ritempra non poco: poi torniamo in albergo, doccia strameritata per rilassarci e poi nanna.


Sveglia notturna alle 2.40 ... che sete! Non abbiamo più bottiglie d'acqua e visto che non ci fidiamo a bere l'acqua del rubinetto, l'unica cosa che possiamo fare è lavarci i denti e aspettare mattina. Quando finalmente ci alziamo sono le 8.30, ci avventiamo sulla colazione e soprattutto sul tè: poi, finito di domare i bagagli, scendiamo i 3 piani rigorosamente SENZA ascensore e pensiamo con gioia a quando saremo a Losinj, dove l'ascensore c'è ... Facciamo scorta di acqua e partiamo intorno alle 9.20: il viaggio fino a Senj è tranquillo, sulla costa invece il traffico si anima ma alle 11.15 varchiamo il ponte di Krk. Il primo traghetto è alle 12.00 e dubitiamo di farcela (visto che dobbiamo attravrsare l'isola per raggiungere l'imbarco), ad ogni modo proseguiamo e invece riusciamo a prenderlo, siamo perfino i primi a salire! La traversata è buona e mezz'ora dopo siamo a Cres: la nostra idea è trovare un posticino tranquillo per pranzare ma, nemmeno a farlo apposta, è tutto al sole e l'unico belvedere carino da cui si vedrebbe il lago di Vrana è occupato da un camper ungherese (accidenti a lui!). Finalmente troviamo riparo all'ombra di un albero e pranziamo: panino con la coppa, mezza mela a testa, un po' di uva, acqua e cioccolato al cocco ... così va meglio! Lasciata Cres che è brulla, passiamo su Losinj e alle 15.00 siamo all'albergo: si fa fatica a trovare parcheggio, ma alla fine ce la facciamo, è pure all'ombra ... anche se più in alto dell'albergo e scendere dalla scalinata in pietra con le valigie non è così agevole! Giunti in camera, crolliamo addormentati dopo aver "finalmente" disfato le valigie, quando ci svegliamo sono le sei passate, ma una mezz'ora in spiaggia non ce la toglie nessuno. Peccato che il mare mosso sconsigli il bagno, lo spettacolo del tramonto però è proprio bello! E ora cena! La sala da pranzo sembra invasa dai lanzichenecchi, alla fine troviamo un tavolo e a turno andiamo a fare provviste: il Roby sfida un branzino, mentre la Fra si sfoga con gli spaghetti allo scoglio, la polenta e l'insalata ... a questo punto il Roby si lancia su una cotoletta con le patate e poi è un tripudio di dolci. Urge una passeggiata digestiva (ma prima un caffè): c'è la luna sul mare che è uno spettacolo fantastico, proviamo anche a fotografarla e vedremo quali sono i risultati ... poi rientriamo, doccia e nanna!


Alle 8.20 siamo in piedi: abbiamo un po' di famina e ci dirigiamo a fare colazione. Anche qui c'è tanta gente, però troviamo un tavolo vicino a una famigliola tedesca e ci mangiamo di tutto e anche di più (la Fra fa esperimenti col miele e si impiastriccia pure!). Così ben caricati prendiamo l'attrezzatura e andiamo in spiaggia: dove ci mettiamo noi il sole è ancora coperto dagli alberi ... ne approfittiamo per spalmarci ben bene la crema. Ecco il sole: ci lucertoliamo per un po' e poi proviamo ad entrare in acqua: il mare è sempre mosso ma nonostante i timori non è freddo, sotto il pelo dell'acqua nuotano tantissimi pesci ... che bello! Usciamo dopo 15 minuti, ci asciughiamo a tempo di record perché c'è anche vento, e dopo un po' rifacciamo il bagno (ri-goduria). Siamo di nuovo asciutti ma ora il sole scotta tanto, e ci rifugiamo in pineta. Ore 13.00: ci rimettiamo al sole, che ne approfitta per scomparire ... grrr! Noi però non ci perdiamo d'animo e la nostra fiducia è ripagata perché il sole ricompare. Terzo bagnetto, poi ci asciughiamo ma alle due leviamo le tende, meglio non rischiare l'ustione. In camera doccia e pranzetto (finiamo la coppa, l'uva e l'acqua), poi scriviamo le cartoline e alle quattro usciamo, con l'intenzione di fare un giretto corto ... percorriamo il lungomare fino alla baia (Veli Zal) appena dopo l'hotel Aurora, poi prendiamo un sentiero che ci porta fino al minimarket dove facciamo acquisti per i prossimi pranzi (acqua, frutta, cioccolato, yogurt). A questo punto troviamo il percorso pedonale che porta al centro di Mali Losinj e lì ci dirigiamo: sbuchiamo sulla piazza principale che è anche un porto molto carino e girelliamo per negozi comprando cartoline, occhiali per Fra e spedendo cartoline e auguri per gli sposi di sabato prossimo (Luca & Laura). È ora di tornare indietro, e risaliamo verso la strada imboccando poi un sentiero per l'albergo ... ops, abbiamo sbagliato e siamo sbucati due o tre baie più in là, a Cikat! Ci tocca camminare a passo di carica verso l'albergo dove giungiamo affamati alle 18.55: giusto in tempo per anticipare gli unni e trovare un tavolo decente! La cena è buona, completa ma non pasticciata: segue giretto digestivo con telefonate a casa, poi sentiamo qualche goccia in arrivo e torniamo in albergo. Scrittura del diario, cartoline, treccia e nanna!


Levata alle 8.10 grazie anche alla signora delle pulizie molto zelante che vorrebbe entrare in camera ... a colazione tripudio di Nutella, e intanto c'è un bel temporale. Noi avevamo pensato di andare in spiaggia, ma questo ci costringe a cambiare i piani: proviamo ad andare a Veli Losinj ... intanto la signora delle pulizie scalpita ma riusciamo a strapparle dieci minuti per prepararci e, con felpa e jeans, usciamo - pronti alle intemperie - alle 9.45. Camminiamo tanto (come al solito), e giunti a Mali Losinj ci dirigiamo verso l'altro lato della cittadina per imboccare il lungomare. Intanto il sole è beffardamente spuntato ... grrrr! Con i jeans boccheggiamo, meno male che ogni tanto si alza il vento e ci rinfresca. L'altro lato dell'isola ha un mare molto più calmo, soprattutto in alcune baie dove c'è anche un fondale di un turchese stupendo. Dopo tre ore di marcia arriviamo a Veli Losinj, molto piccolina ma graziosa: ci premiamo con un bel gelatone (dopotutto è ora di pranzo) e poi cartoline e caffè ma, ohibo', la Fra si è persa la cartina ... con un po' di fortuna Roby e l'attapiratissima Fra trovano la fermata dell'autobus (il mal di piedi imperversa) e si mettono in attesa. Finalmente il bus arriva, così ci si può riposare un po'! Complice anche una sosta extra per un camion del gasolio che blocca la strada (e si becca pure la multa dagli zelanti poliziotti locali, in tenuta estiva - quando mai si sono viste divise con i bermuda e la polo ricamata?) arriviamo in albergo alle 14.40. Riposiamo fino alle 16.30 poi andiamo in spiaggia: il vento soffia forte e fa' un po' fresco ma noi siamo indomiti e determinati ad abbronzarci, e lì restiamo fino alle sei (niente bagno perché il mare è in burrasca). Poi doccetta e, dopo esserci fatti belli e aver visto il Setterosa vincere l'oro alle Olimpiadi, andiamo a cena. Segue puntata in spiaggia con foto al tramonto, e passeggiata sul lungomare sotto la luna, diario e nanna!


Alle 8.15 ci dobbiamo alzare (e la signora delle pulizie è già arrivata!) perché abbiamo una giornata di escursione. Ci mangiamo una bella colazione e poi con armi e bagagli andiamo al porto di Mali Losinj, dove ci imbarchiamo sulla "Kristofor" per la gita all'isola di Susak. La pubblicità la descrive come isola di sabbia, per cui ci portiamo anche l'ombrellone. Alle 10.00 il battello parte, siamo purtroppo all'ombra per cui abbiamo un po' freddo ma, dopo un'ora e mezza di navigazione, sbarchiamo a Susak: ci consigliano una bella spiaggia, peccato si dimentichino di dirci che per arrivarci bisogna fare un safari su scogli (porc! ...). La spiaggia è carina, un po' piena d'alghe ma con il mare calmo e basso come in alcune spiagge della Corsica: piantiamo l'ombrellone e predisponiamo teli e quant'altro, poi ci buttiamo in acqua. L'idea è di fare le foto subacquee, ma la cosa è un po' complessa: non riusciamo a stare sott'acqua e anche la macchina ha il suo bel perché, ma alla fine ce la facciamo. Il bagnetto dura un po', poi ci lucertoliamo e il Roby fa il bis e il tris a intervalli regolari, non appena si ritrova asciutto e arrostito. Alle 14.00 pappa, con due mele, yogurt e acqua: dopo l'ultima rosolatura alle 15.00 torniamo al porto e ci facciamo un bel caffè, poi ci sediamo in barca e alle 16.30 si riparte. Arriviamo a Mali Losinj alle 18.00, un po' intontiti (la Fra ha le visioni) dal viaggio di ritorno. La prima sosta è all'ufficio turismo per farsi dare la cartina dei sentieri che la Fra ha perso ieri, ci facciamo anche consigliare posti per acquistare vino. Poi compere: andiamo alle bancarelle del porto e prendiamo dei piatti e delle ciotole di legno (una tutta per noi!). Segue rientro in albergo con il pullman, la Fra ha di nuovo le visioni per via dello stile di guida dell'autista. Però una doccia è taumaturgica e ci pappiamo la cena con mucho gusto, poi scriviamo le cartoline e nanna.


Sveglia alle 7.00 e colazione alle 8.15: sigh, è l'ultima colazione, per l'occasione siamo anche più morigerati del solito, segue la chiusura dei bagagli, che in parte portiamo in macchina e in parte lasciamo in albergo. Ci dirigiamo in spiaggia con l'attrezzatura rimanente pregustando un bel tuffo (la giornata è bella e il mare è calmo) ma abbiamo una brutta sorpresa, anzi due: il mare è sporco e soprattutto pullula di meduse rosa e marroni. GRRRR!!! Non ci resta che prendere un po' di sole, alle 11.40 torniamo a recuperare le valigie (che abbiamo affettuosamente ribattezzato Belva e Schnautzer) e le trasciniamo su per la scala fino alla macchina, rischiando l'ernia ad ogni passo ... puff puff! Alle 12.09 (data astrale di Mali Losinj) si parte con destinazione Cres: per strada ci fermiamo a fotografare il lago di Vrana e ne approfittiamo per il pranzo (banane, pesca, cioccolato e acqua). Alle 14.00 arriviamo all'Hotel Kimen e ci insediamo, dando prova delle nostre capacità logistiche nell'organizzazione dell'armadio. Poi riposiamo un po' e alle 16.30 scendiamo in spiaggia ... ma quale spiaggia? Quella che c'è è sassosa e larga un metro (e occupata), per il resto ci si accampa sulla passeggiata del lungomare ... che tristezza! Meno male che l'acqua è pulita nonostante sia il canale di ingresso del porto. Alle 19.20 cena, ci danno il brodo e la carne col purè (sigh!) ma almeno il pane è a buffet, ci va peggio col dolce perché non ce n'è più: e allora per la Fra yogurt e per Roby mela. Dopo questo popo' di cena andiamo sul lungomare, per fortuna ben illuminato, per la passeggiata serale: c'è anche una bellissima luna che si riflette sull'acqua, e tante stelle! Raggiunta Cres esploriamo la piazza e qualche vicoletto, poi torniamo in albergo e nanna.


Sveglia e colazione meritata alle 8.30 con pane, brioche, marmellata e yogurt: dopo la fantastica spiaggia di ieri decidiamo di spostarci con la machina e di provare il mare di Valun. Il paese è piccolo piccolo e bisogna parcheggiare in cima, ma una volta scesi al mare troviamo una spiaggia di sassi con un'acqua bellissima e trasparente. Al primo bagno scopriamo che ci sono tanti tanti pesci, che ci circondano appena entrati in acqua e si divertono a nuotare con noi. Per la verità Roby vede anche una medusa, ma resta un avvistamento isolato. Non ci siamo mai impegnati così tanto a cercare di rimanere al sole, perché si nasconde tra gli alberi e ci impedisce di asciugarci ... alle 14.30 si va a caccia del pranzo perché non ci siamo portati nulla: rimediamo due bei coni gelato che mangiamo al tavolo insidiati dalle vespe e poi torniamo in spiaggia. Altro bagno, altri pesci, ci godiamo il mare fino alle 16.45 e poi, salendo a piedi per la stradina con il 18% di pendenza, arranchiamo fino alla macchina. La prossima tappa è il paesino di Lubenice, che ha una bellissima vista sul mare ma è arroccato a 300 metri in cima ad una strada stretta e agevole come una scalata all'Everest. Qui ci ritempriamo col tè freddo e poi torniamo in albergo: doccia, foto del tramonto sul lungomare, rientro in albergo con quasi volo della Fra sui gradini e poi cena. Si va di crema di porri, moussaka e zucchine impanate più yogurt alla fragola: bisogna smaltire, quindi giro sul lungomare fino a Cres downtown, caffè e gelatone tre gusti tre baci. Poi torniamo definitivamente nella nostra stanza, diario e nanna.


Alle 8.45 siamo in piedi e fuori le signore delle pulizie scalpitano: dopo una congrua colazione partiamo alla volta di Martinscica che, sui depliant turistici, è descritta come dotata di belle spiagge. Oggi tocca alla Fra guidare, incappiamo in un numero spropositato di ciclisti anche abbastanza urlucchi (che con questa strada non sono il massimo), ma alla fine arriviamo a destinazione e compriamo subito un po' di frutta per il pranzo (pesche e uva) e l'acqua. Ok, il tempo è incerto ma andiamo a caccia di una spiaggia: onestamente quella che c'è non è un granchè ma restiamo lì fino all'ora di pranzo e nel frattempo facciamo un paio di bagnetti ... anche l'acqua non è eccezionale, in più pare che ci sia una medusa (ma per fortuna non la incontriamo). 13.15 E ora pranzo ... ops numero 1, abbiamo il coltello a casa per cui niente pesche ... ops numero 2, volevamo metterci sulla panchina sotto l'albero di fronte alla chiesa, ma una simpatica monovolume austriaca ha parcheggiato proprio lì, quindi ripieghiamo sulla panchina accanto all'ingresso della chiesa e mangiamo solo l'uva. Ovviamente non basta, per fortuna lì vicino c'è una bella gelateria e ci facciamo due coni: non sappiamo se andare a Orlec (altro paesino vicino) o restare, poi ci consigliano la spiaggia del vicino camping e optiamo per questa soluzione. Non male davvero, la spiaggia è di sassi ma carina e il mare è proprio bello. Ci accampiamo con l'ombrellone perché il sole picchia e ci godiamo il pomeriggio fra bagni (Roby si da allo snorkeling) e riposo. Alle 16.30 ci rimettiamo in marcia verso Cres, doccettina e cena sostanziosa. Poi consueta passeggiata digestiva, andiamo in paese per un bel gelatone e fotografiamo anche la luna piena, segue rientro e nanna.


Ci alziamo alle 8.55, le donne delle pulizie hanno dissotterrato l'ascia di guerra ... colazione ottima e abbondante, poi tutti a Beli (grido di guerra locale), per vedere il paesino. Il tempo non promette granchè, anzi è proprio nuvoloso: la strada per Beli si diparte da quella per Porozina ma è decisamente impegnativa, stretta e pure franosa. Arriviamo al paese verso le 10.15 e ci sono pochissime macchine: cominciamo a visitarlo nella speranza di vedere il ponte romano di cui parlano i depliants, ma non riusciamo a trovarlo ... in compenso il paesino è proprio carino e ha una fantastica vista sul mare e su Krk che gli sta di fronte. Lo giriamo in lungo e in largo e facciamo un po' di foto, poi proviamo a scendere al campeggio sottostante (800 metri con pendenza imprecisata ma notevole) e troviamo una bella spiaggetta e delle costruzioni carine, c'è perfino il ristorante. Risaliamo non senza fatica e scopriamo che i visitatori nel frattempo sono aumentati: andiamo a vedere l'ecocentro dove i volontari si prendono cura della colonia di grifoni della zona, poi pranzo alla Gostionica Beli (appena in tempo perché un esercito di macchine popolato da famigliole con bimbi urlanti al seguito) si sta avvicinando. Mangiamo pane, formaggio di pecora (buono!) spiedini e insalata, poi riprendiamo la macchina e torniamo in albergo. Riposiamo un po', poi alle 17.30 usciamo a fare le ultime compere: vino e un paio di coffee mugs. Cena e poi, dopo lotta impari, si chiudono le valigie. Ora nanna, domani il viaggio è lungo ...


Sveglia alle 7.00, mettiamo via le ultime cose in valigia e scendiamo a fare un'abbondante colazione: poi prendiamo i bagagli, li carichiamo in macchina e diciamo arrivederci a Cres, speriamo di tornare ... La Fra è la prima autista della giornata, ripetiamo in parte il percorso di ieri ma, al bivio, prendiamo per Porozina: la strada è in salita e decisamente mozzafiato, ricavata scavando il fianco brullo e scosceso della montagna e ha un bel precipizio di fianco con in fondo il mare. Non siamo i soli a percorrerla, ma almeno gli altri guidatori sembrano sapere il fatto loro, anche perché il percorso non è dei più facili ... dopo un po' si comincia a scendere, ma è una discesa più dolce, in mezzo agli alberi ... poco prima delle nove siamo a Porozina, in perfetto orario per il traghetto. Una roulotte danese incontrata al casello del porto si mette davanti a noi, e sale sul traghetto per prima, speriamo che allo sbarco vada altrove ... dopo la traversata, buona e con un mare abbastanza calmo, si scende e si imbocca la ripida salita che porta alla strada costiera del lato orientale dell'Istria. Purtroppo la roulotte danese non ci abbandona ancora per un bel po': il guidatore è decisamente impedito, e viaggia con la velocità di una lumaca, meno male che il panorama merita ... passiamo in mezzo a cittadine molto carine, risalendo verso Rijeka: finalmente ci leviamo di torno la roulotte e, dopo una buona ora e mezza, arriviamo all'autostrada, non prima di aver fatto il pieno e spendendo così gran parte delle nostre ultime kune e lipe (tanto in Italia non ce le cambierebbero). Non c'è tantissima gente, per cui viaggiamo abbastanza comodamente, non c'è nemmeno tanto sole per cui anche il caldo è a livelli accettabili: una volta usciti dall'autostrada troviamo facilmente la strada per il confine sloveno, e da qui ritorniamo in Italia. Poco prima di Trieste ci fermiamo per un caffè all'autogrill e c'è il cambio di autista: ora tocca a Roby! Pian piano il sole si decide a farci compagnia, e il caldo pure ... arriviamo in prossimità di Venezia e imbocchiamo la famigerata tangenziale di Mestre, stavolta è decisamente più affollata e rischieremmo un bel po' di coda alla barriera, ma abbiamo l'arma segreta: il Telepass, per fortuna che esiste! Arriviamo all'altezza di Padova e lo stomaco brontola, anzi ulula: ci decidiamo a pranzare e ... ad un nuovo cambio di guidatore, Fra alla riscossa ... siamo in un giorno infrasettimanale, il traffico è sostenuto e i camionisti abbondano ... meno male che abbiamo Zucchero a risollevarci il morale ... scambiamo ancora una volta i posti a Brescia, e arriviamo in vista della tangenziale Est di Milano quando sono ormai le quattro: ci va abbastanza bene anche qui, e la casa della Fra viene raggiunta alle cinque meno un quarto. Dopo lo scarico dei bagagli, ne approfittiamo per rimpinguare l'acqua della vaschetta lavavetri di Vespuccia, poi Roby prende la via di casa ... purtroppo la vacanza è finita, anche questa volta i giorni sono volati! Sigh ... alla prossima!!!!!