La sveglia suona alle 5 e 15, aiuto! Colazione antelucana con noi abbrutiti dal sonno, poi carichiamo i bagagli e con Cliuccia partiamo alla volta di Orio al Serio dove ci attende il volo della RyanAir in partenza per Girona-Barcellona alle 8 e 30. C’è parecchio vento sia in tangenziale che in autostrada, ma poco traffico e arriviamo senza problemi; troviamo posto nel parcheggio coperto e poi, valigie al seguito, facciamo un sacco di strada a piedi fino al settore partenze. Il check-in è già aperto e poco affollato percui recuperiamo le carte d’imbarco e raggiungiamo il gate del nostro volo dove aspettiamo pazienti l’imbarco riposando un pochino ... nel frattempo arriva una torma di studenti (evidentemente in gita scolastica) destinati al nostro volo ... per fortuna si sistemano nella parte anteriore dell’aereo mentre noi siamo in coda. Il decollo è buono, ma subito dopo il vento forte e le turbolenze iniziano a farsi sentire e l’aereo balla parecchio mentre cerca di prendere quota. Fra uno scossone e l’altro saliamo e viriamo per metterci nella giusta direzione, ma anche in quota le turbolenze sono forti e continue e smettiamo di ballare solo in vista della Liguria dopo un tranquillo quarto d’ora di paura! Grazie al vento però il cielo è limpido e lo spettacolo fantastico con il mare a sinistra e le alpi innevate a destra. Anche in Spagna ci attende il vento così pure la discesa non è esente da scossoni ... durante il viaggio però il vento doveva soffiare alle nostre spalle perché arriviamo con 15 minuti di anticipo a Girona: prendiamo il pullman e in un’oretta siamo a Barcellona dove c’è un bel sole. Con un paio di linee del metro e una bella cartina ben presto raggiungiamo l’Hotel Junior dove alloggeremo, ci sistemiamo e poi usciamo a fare il nostro primo giro in città. Per prima cosa cerchiamo e troviamo un posticino in cui mangiare (un panino e una fetta di torta a testa) e poi, cammina cammina, arriviamo alla stazione di Sants. Abbiamo appuntamento con Ilaria e Andrea nel pomeriggio ma è ancora presto per prendere il treno e allora ne approfittiamo per fare un giro nei dintorni e andare a vedere il parco di Joan Mirò e quello dell’Espanya Industrial. Alle 14 e 40 prendiamo il treno per Platja de Casteldefells e in poco più di venti minuti siamo a destinazione. Quando siamo in vicinanza avvisiamo Ilaria e Andrea che ci vengono incontro a piedi con Giulio e ci portano a vedere la loro casetta spagnola. Stiamo un po’ in casa a chiacchierare mentre Giulio mangia, poi con la macchina raggiungiamo il lungomare e facciamo una bella passeggiata. Si cammina volentieri, ma c’è sempre parecchio vento e, quando le nuvole che nel frattempo si sono accumulate coprono il sole, la temperatura scende e noi rientriamo a casa. Ci fermiamo per cena e mentre Ilaria e Andrea preparano noi giochiamo con Giulio. Ceniamo con pizze farcite, olive, salame e la colomba delle 3 Marie poi con calma verso le 9 e 20 salutiamo e torniamo alla stazione ... non sappiamo esattamente quando passerà il prossimo treno perchè gli orari ferroviari che abbiamo a disposizione riportano informazioni diverse e allora non resta che andare in stazione e verificare ... il prossimo treno transita alle 22 quindi dopo una ventina di minuti di attesa e altrettanti di viaggio siamo di nuovo a Barcellona alla stazione di Sants. Infine metro e alle 22 e 45 siamo a nanna ... la giornata è stata lunga, notteeeeee!!!
Sveglia alle 8: con calma ci prepariamo, scendiamo per la colazione ma ... sorpresa! La nostra “breakfast room” è chiusa per restauro e bisogna andare all’hotel Aston (che è dietro l’angolo). Mangiamo un bel po’ visto che ci attende una giornata intensa ... Roby vorrebbe anche assaggiare le uova strapazzate ma ahimè sono finite, pazienza sarà per domani. Usciamo e purtroppo oggi il cielo è nuvoloso fa freddo e piove anche un pochino, ma non ci scoraggiamo: oggi vogliamo dedicare la prima giornata di visita alle opere di Gaudì. A piedi ci avviamo verso il Paseo de Gracia e dopo una buona mezz’ora di cammino arriviamo a destinazione. Davanti a noi ci sono casa Batllò, casa Amatller, e casa Lleò Morera, le immortaliamo subito dall’esterno con macchina fotografica e videocamera ... casa Batllò è visitabile e allora ci lanciamo e scegliamo di fare entrambi i percorsi disponibili (piani bassi e piani alti). La nostra è una scelta felice infatti è bellissima e molto particolare ... in più la visita è ben organizzata perchè l’audio-guida modello cellulare che forniscono all’ingresso racconta la storia della casa e spiega dettagliatamente stanza per stanza, così apprezziamo maggiormente quello che vediamo. All’uscita ci rallegriamo della nostra scelta di arrivare abbastanza presto ... adesso per entrare occorre fare una discreta coda. Risaliamo il Paseo e vediamo l’esterno di un’altra casa opera del genio di Gaudì, la Pedrera; poi sempre a piedi via verso la Sagrada Familia: durante il tragitto incontriamo e superiamo una delle tante scolaresche italiane che sia aggirano per la città e quando siamo sul posto notiamo un mare di gente. Aggiriamo la chiesa dall’esterno per raggiungere l’ingresso e per nostra fortuna scopriamo che non c’è coda per entrare. All’interno (si fa per dire visto che il tetto deve ancora venire) i lavori fervono (in realtà ci sono un po’ di persone che preparano le sculture che dovranno essere collocate all’interno e all’esterno della chiesa, ma non ci sono lavori che coinvolgono le strutture portanti ... anche per questioni di sicurezza immaginiamo, visto che ci sono centinaia di visitatori in giro). Facciamo un bel giro poi ci mettiamo in coda per esplorare le torri della cattedrale. La salita all’inizio si svolge per una scala a chiocciola stretta e piuttosto buia nella torre esterna destra (guardando dall’esterno) ... ad una trentina di metri dal suolo si passa nella torre centrale di destra decisamente più larga (nella tromba avvolta dalle scale a chiocciola passa l’ascensore attualmente fermo); si sale con molte pause perchè la gente davanti si ferma a guardare e fare foto e, di tanto in tanto, si aprono balconcini sull’esterno da cui si gode un magnifico panorama della città. A 60 metri di altezza un ponte scoperto ci permette di passare da una guglia centrale all’altra: la Fra guarda in alto, vede le guglie svettare molti metri sopra di lei e le viene il panico. Una volta passati nella guglia centrale di sinistra si continua a salire, stavolta si vede anche l’interno cavo della guglia (qui non c’è l’ascensore) e fa abbastanza impressione. A 75 metri un nuovo ponte scoperto più corto del precedente ma altrettanto aereo porta sulla alla torre esterna sinistra. Da qui il panorama è spettacolare e spazia a 360 gradi, ma la Fra non se lo gode perchè soffre l’altezza delle guglie. Roby cerca di non guardare giù per non spaventarsi e approfitta di tutti i tempi disponibili per filmare. Inizia la discesa che senza ulteriori interruzioni ci porta fino a terra ... qui la Fra sta decisamente meglio. Yummmmm, è ora di pranzo e cerchiamo un posto dove mangiare le tradizionali tapas: evitiamo i locali immediatamente adiacenti alla Sagrada Familia (che immaginiamo affollati e cari) e un po’ più in là ne troviamo uno carino. La Fra assaggia le Patatas Braves (patate al forno con salsa piccante a base di aglio, olio e altri ingredienti speziati) Roby i Gambas al Ajillo (gamberi cotti con tanto aglio). E’ tutto buonissimo e dopo un buon caffè ci incamminiamo verso il Parc Guell: anche l’aglio si incammina con noi, forse era un po’ abbondante? Dalla stazione della metro di Lesseps ci attendono 1.3 km a piedi per raggiungere il parco (come ci informano i cartelli disseminati lungo il percorso), ma non è così terribile e in un quarto d’ora arriviamo. Tanti studenti sia italiani che francesi anche qui, giriamo in lungo e in largo per il parco, vediamo dall’esterno la casa museo di Gaudì dove trascorse gli ultimi anni di vita, ci fermiamo qualche minuto sulla piattaforma panoramica circondata da panchine in ceramica e facciamo tante foto. Poi usciamo e torniamo verso la metro ... lungo il percorso facciamo un po’ di shopping, poi per neutralizzare l’aglio proviamo a fermarci in un bar per bere un tè, ma non funziona più di tanto e una volta in albergo andiamo in letargo per un paio d’ore. Al risveglio doccia rigenerante e poi a cena al Ristorante Los Caracoles vicino alle Ramblas che raggiungiamo in metro: non avevamo prenotato, ma per fortuna il locale è molto grande e troviamo posto ... ci scateniamo con una paella mista e ci concediamo un buon dolce (crema catalana per la Fra e torta foresta nera per Roby). Visto che abbiamo apprezzato la cena decidiamo di mangiare qui anche domani sera e mettiamo alla prova il nostro spagnolo per fare la prenotazione in lingua, olè! Rotoliamo fino alla metro e poi in albergo a fare la nanna ... notteeeeeeee.
La sveglia suona alle 8, ma anche oggi ce la prendiamo comoda e ci alziamo alle 9 passate: colazione strong (di rigore le uova strapazzate per Roby) e poi via verso nuove avventure. Con la metro (linea 5 e linea 3) arriviamo sulle Ramblas dove passeggiamo un po’ prima di infilarci nel Barrio Gotico ... Plaça Real, Carrer del Vidre, Carrer des Escudellers, Carrer d’Avinyo, Carrer de cervantes, Plaça de Sant Miquel e sbuchiamo in Plaça de Saunt Jaume dove si fronteggiano le facciate del municipio e del governo della Catalunya. Non sono però visitabili (lo sono solo nel weekend e oggi è martedì) così proseguiamo in Carrer del Bisbe raggiungendo la cattedrale. La facciata è completamente coperta dalle impalcature, ma l’interno e il chiostro sono visitabili, anche se non sono un granchè (un po’ troppo vistosi e pomposi). Il giro prosegue verso il quartiere della Ribera (in cui entriamo dalla Via Laietana tramite il Carrer de l’Argenteria), dove troviamo una chiesa più semplice ma più bella, Santa Maria del Mar ... quindi al Parco della Ciutadella dove ci fermiamo su una bella panchina al sole a riposare e a scrivere le cartoline e poi giriamo la zona di Born e andiamo da Art a mangiare le tapas. Finito il pranzo entriamo nel negozio di fronte a fare un po’ di shopping e poi percorriamo tutto il Carrer de Montcada in cui si trova il museo di Picasso, facilmente riconoscibile per i cartelli, ma soprattutto per la folla di studenti presenti all’esterno: in qualche modo riusciamo a passare e ci dirigiamo verso il porto, dove facciamo una bella passeggiata che circumnaviga l’acquario e il Maremagnum: alla fine siamo in Plaça del Portal de la Pau davanti alla statua dedicata a Cristoforo Colombo. Vorremmo andare a visitare il Monastero di San Pau, ma lo troviamo chiuso per restauri, peccato. In più la zona nei dintorni è un po’ urfida e allora cerchiamo di tornare al più presto sull’Avenida Parallel con destinazione Plaça d’Espanya ... durante il tragitto le forze ci abbandonano e finalmente scendiamo con piacere in metropolitana: giunti in albergo riposiamo per benino, quindi doccia e shampoo, così siamo più carini. Anche stasera in metropolitana raggiungiamo le Ramblas e da qui a Los Caracoles ... stavolta Riso Nero Imperiale e due buoni dessert: Roby prende il queso manchego, la Fra è attirata dalla Sacher, ma decide di farsi spiegare dal cameriere che cosa è il pijama ... scoperto che si tratta di pesche sciroppate, gelato al torroncino e creme caramel cambia idea per la felicità del cameriere. Poi rotolon rotoloni passeggiamo fino alla fine delle Ramblas e con la metropolitana torniamo in albergo per una bella nanna.
Driiiiiinnnn ... sono le 8 come sempre, ma indugiamo un po’: le valigie erano quasi pronte da ieri sera, dopo la consueta mega-colazione mettiamo via le ultime cose e poi lasciamo i bagagli in custodia all’hotel. Oggi abbiamo deciso di andare a vedere posti che ancora ci mancano e che sono più decentrati sfruttando il metro. La prima tappa è alla Finca Guell dove Gaudì, su commissione del mecenate Eusebi Guell, si occupò di ristrutturare gli edifici esistenti e costruirne due nuovi ... la casa è però chiusa e ci dobbiamo accontentare di ammirare il cancello di stile liberty in ferro battuto, anch’esso opera di Gaudì e caratterizzato da un drago alato con le fauci spalancate. Seconda tappa al Monastero di Pedralbes: iniziato nel 1300 in aperta campagna è ora inglobato nella città in una zona molto carina e tranquilla e costituisce un’oasi di pace escluso dagli itinerari turistici classici ... riusciamo a visitarlo con calma prima dell’arrivo della solita orda di studenti; purtroppo non possiamo vedere la chiesa annessa perché è chiusa. La prossima destinazione è casa Vicens, per arrivarci prendiamo la L6 del metro e sbuchiamo nel quartiere di Gracia: vista dall’esterno la casa è carina ma non si può visitare (sembra un’abitazione privata) e ci limitiamo ad immortalarla. Da qui altra metro verso Plaça de Catalunya dove acquistiamo i francobolli che ci mancano e, poi tenedoci sul lato destro delle Ramblas cerchiamo l’ospedale di San Pau che, a giudicare dalle foto sulle guide è grazioso e dovrebbe trovarsi in una via vicina ... cerchiamo cerchiamo, ma nella zona segnata sulla cartina non troviamo nulla che corrisponda a foto e descrizioni, in compenso ci siamo di nuovo infilati nella zona malfamata di ieri e allora lasciamo perdere e torniamo sulle Ramblas. Solo più tardi a Milano (guardando una guida che in Spagna non avevamo) capiremo che l’ospedale carino si chiama di Santa Creu e San Pau e si trova in una zona completamente diversa della città. Il lato positivo della nostra escursione nelle viette è che abbiamo addocchiato un posto carino e non turistico per mangiare le tapas e scrivere le ultime cartoline. A questo punto quello che ci mancherebbe di visitare (il Montjuic, il Tibidabo) non sono fondamentali e porterebbero via molto tempo quindi dopo pranzo ci limitiamo a gironzolare un po’ ... torniamo alla Ribera e facciamo un giretto fermandoci per un caffè da Art dove ieri abbiamo pranzato, quindi andiamo a vedere l’Estacio de Franca (carina ma non si possono raggingere i binari senza biglietto alla mano) e ritorniamo in albergo in metro. Prima di entrare ci fermiamo però all’angolo da El Fornet a comprare i viveri per la cena di stasera (panini, focacce e muffin). E’ ancora presto e allora ci fermiamo a riposare sulle poltrone della hall e ne approfittiamo per leggere i giornali spagnoli e cimentarci con il sudoku (evviva riusciamo a completare lo schema!). Si sono fatte le 18 e 05 ed è ora di andare: recuperiamo i bagagli e con un lungo giro in metropolitana arriviamo alla stazione degli autobus (ad Arc de Trionf) da cui parte il pullman che collega l’aeroporto di Girona. Siamo un po’ in anticipo (una mezz’ora) e riusciamo a salire sulla corsa precedente a quella programmata: meglio così, abbiamo più tempo all’aeroporto per mangiare al sacco sulle poltrone della sala d’attesa. Poi al self service prendiamo un paio di bottigliette d’acqua e solo quando siamo al tavolino a bere ci accorgiamo che avevano la macchina per il caffè ... pazienza! Con anticipo ci fanno preparare per l’imbarco che inizia puntuale. Il viaggio questa volta è tranquillo, niente scossoni e possiamo perfino ammirare la luna piena che si riflette sull’ala dell’aereo. Giunti a Orio al Serio in orario, riprendiamo Cliuccia e ci dirigiamo verso casa: è già mezzanotte e mezza quando siamo a destinazione, siamo un po’ tristi perché la vacanza è finita. Alla prossimaaaaaaaaa!!!